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Marcella Rizzello
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Mariola Henrycka Michta
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Giorgio De Vito
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- Omicidio Rizzello, chiesta proroga dell’incidente probatorio.
Avrebbe dovuto essere depositata il 18 ottobre la perizia sulle tracce di dna e sangue trovate in casa di Marcella Rizzello, la 30enne uccisa a coltellate il 3 febbraio scorso. Invece il perito Saverio Potenza, incaricato di condurre gli accertamenti sulla scena del delitto, ha chiesto una proroga al gip Franca Marinelli.
Ci vorrà, quindi, almeno un altro mese, prima di venire a conoscenza dei risultati delle analisi e, quindi, della paternità delle impronte nella villetta di via dei Latini.
“Sicuramente non saranno trovate tracce della mia assistita – afferma l’avvocato Roberto Fava, difensore della donna polacca arrestata, Mariola Henrycka Michta -. Evidentemente la Procura ritiene di avere delle cartucce da sparare. Oppure spera di poter ancora svelare dei nuovi retroscena sull’omicidio.
Ma, intanto, la Michta resta in prigione, e noi non possiamo neppure presentare nuove istanze di scarcerazione”.
La difesa della Michta, insomma, ha le mani legate. Dopo il rigetto, da parte del tribunale del riesame, delle precedenti due istanze, l’avvocato Fava non può che attendere nuovi sviluppi delle indagini.
Quanto all’altro arrestato, il 35enne napoletano Giorgio De Vito, compagno della Michta all’epoca del delitto, la prova del dna lo avrebbe già inchiodato. Sarebbero almeno cinque le tracce lasciate da De Vito nella villetta di via dei Latini.
Una “firma biologica” che De Vito ha più volte rinnegato, sostenendo di avere un fratello gemello ad Aversa che potrebbe aver agito al suo posto, quel 3 febbraio 2010, quando Marcella fu uccisa accoltellata a morte davanti alla sua bimba di 14 mesi.
