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Ma qual è il partito di Sposetti? - Interviene il "portavoce" del segretario provinciale Angelo Allegrini
Pd, che i morti seppelliscano i morti...
Viterbo - 14 ottobre 2010 - ore 3,25

Angelo Allegrini
- Egregio dottor Farlocco Farlocchi,

scrivo a Lei, al professor Marighella e a tutti i lettori della testata Tusciaweb in nome e per conto del dottor Angelo Allegrini, facendomi, solo per questa circostanza, portavoce del segretario provinciale del Pd che non vuole di certo mostrarsi reticente alle vostre sollecitazioni, ma neppure alimentare ulteriori polemiche e divisioni proprio sul finire del proprio mandato e nell'immediata vigilia del congresso.

La questione sollevata dal vostro giornale evidentemente esiste.

Tuttavia non è un problema viterbese e non può essere addossato come colpa a Sposetti né, tantomeno, alla dipendente dei Democratici di Sinistra, Placidi.

Il problema dei rapporti tra vecchio e nuovo partito è purtroppo una questione generale, diffusa in tutto il Paese, che trova conferma nel disagio manifestato non soltanto da chi, come l'area popolare, Ds non è mai stato, ma anche da altri segmenti confluiti in seno al neonato Movimento Democratico lanciato dal famoso documento dei 76 e dal recente convegno di Orvieto.

Se la faccenda della carta intestata può anche essere derubricata a questione di stile e di opportunità, ferma restando la validità delle ragioni formali e giuridiche esposte in risposta a Marighella, quello che invece è un tema scottante all'ordine del giorno del dibattito politico è il ruolo, l'identità, il compito di un partito costruito sull'intuizione che parole d'ordine, alleanze, concetti e progetti politici validi nel '900 erano ormai divenuti schemi logori e stantii, incapaci di aumentare il consenso, utili soltanto a rassicurare una minoranza di italiani rimasta ferma agli anni '80.

Prima che tema politico è, mi pare, attitudine culturale. Aldo Grasso sul Corriere, molto a proposito, trattando di quel decennio, ha parlato di "emersione di un cosiddetto ceto medio riflessivo" che per eccesso di narcisismo è incapace di guardarsi allo specchio e continua a credersi il migliore.

Il mondo è cambiato ma quelli che "non sono capaci di guardare negli occhi la realtà, continuano a credersi i più belli, i più intelligenti, i più spiritosi. Quelli che sono rimasti dalla parte giusta".

In democrazia però i voti si contano e non si pesano e la condizione irrinunciabile per mantenere e accrescere il consenso degli elettori, come rimprovera e mette in guardia proprio il manifesto fondativo di Movimento Democratico, è che si voglia e si sappia uscire dal recinto territoriale, sociale, generazionale dei consensi tradizionali, che si facciano risolutamente i conti con le posizioni conservatrici che, anche nel campo del centrosinistra, pensano che il nostro compito prioritario sia quello di difendere le conquiste del passato, piuttosto che cambiare in profondità una realtà che contraddice i nostri valori, punisce il merito e condanna i più deboli.

"Così non è stato fin qui, - continua il documento - o non lo è stato abbastanza, per responsabilità diffuse e condivise.

Non si spiegherebbe altrimenti il paradosso per il quale il Pd è riuscito ad ottenere quasi il 34 per cento dei voti nel momento di massima difficoltà per il centrosinistra e di massimo consenso al berlusconismo e fatica oggi a stare sopra il 25 per cento, in piena crisi politica del centrodestra".

Solo un Pd capace di esprimere il suo progetto originario, realmente riformista e modernizzatore, che invece di guardare al passato e ai suoi simboli rilanci un proposito di cambiamento e miglioramento del paese, può pensare di proporsi ai suoi elettori come forza di governo e attendersi un risultato che premi i suoi sforzi.

Questa in sintesi è stata la costante preoccupazione che ha mosso negli ultimi due anni il segretario Allegrini nel difficile impegno a dotare il partito di una nuova iconografia e costruire una nuova identità.

Un tentativo spesso accompagnato da tensioni e incomprensioni che, si spera, la nuova dirigenza possa lasciarsi alle spalle.

Per questo lasciamo che chi si occupa del passato faccia il suo lavoro, serenamente e senza drammi, ma anche che, senza alcuna nostalgia, nessuno pensi di rispolverare riti e miti definitivamente inadeguati e superati.

Lotario Thugut
Portavoce del segretario del Pd Angelo Allegrini


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