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Viterbo - Prevenzione e sicurezza sul lavoro - La Cgil al prefetto
"Non va tutto ben, madama la marchesa"
Viterbo - 16 ottobre 2010 - ore 11,00

Riceviamo e pubblichiamo - ”Tutto va ben, madama la marchesa”?

È questa la battuta che ha fatto sorridere molti tra i partecipanti all’incontro, tenuto in Prefettura martedì 12 ottobre, della commissione di studio e promozione per la prevenzione nei luoghi di lavoro e di contrasto al lavoro irregolare.

Battuta offerta alla platea e indirizzata agli operatori degli enti preposti al controllo, alla vigilanza e prevenzione della provincia di Viterbo.

Aveva ragione lei, signor prefetto, tutti citano dati confortanti sul tema degli infortuni nella nostra provincia, ma la realtà evidentemente è un’altra. E infatti ieri è deceduto un altro lavoratore. Al di là delle responsabilità e delle dinamiche dell’incidente, ciò dimostra che sul tema della prevenzione ancora si deve lavorare e molto.

Per noi non occorreva un altro morto sul lavoro per definire le criticità di un sistema, sulla tutela e la prevenzione, ancora fermo nelle particolarità e competenze di ognuno, con una formazione che viene vista spesso solo come un costo per le imprese e con strumenti, che in assenza di un fattivo coordinamento tra i vari enti e le parti sociali, compreso l’osservatorio presso la Prefettura, saranno prolissi e poco incisivi.

Lei, signor prefetto, ha il merito di aver sollevato dubbi e aver spinto tutti i partecipanti a una riflessione più attenta su questo tema, che speriamo si concretizzi con proposte concrete nel prossimo incontro per discutere delle modifiche al protocollo da sottoscrivere.

Quando si parla di salute e sicurezza vengono di solito sciorinati dati e statistiche dagli enti preposti al controllo, alla vigilanza e prevenzione (Asl, Dpl, Inail e Inps).

Anche nella riunione di martedì 12 ottobre, convocata da lei signor Prefetto, per dare seguito alla commissione, sono stati profusi dati incoraggianti e sicuramente positivi, ma solamente in superficie.

Non “va tutto bene, madama la marchesa”, come lei ha sottolineato.

È vero gli infortuni nel 2009 sono diminuiti di 194 eventi dal 2008, anche se parliamo sempre di 2199 incidenti di cui cinque mortali. Ma la diminuzione del numero degli infortuni e degli incidenti è influenzata in gran parte dalla crisi produttiva e dal calo delle ore lavorate.

Infatti nel corso del 2009 sono state erogate ben 4.170.347 ore di cassa integrazione (140,4 per cento in più rispetto al 2008), pari a circa 1822 lavoratori in meno nel ciclo produttivo provinciale.

Senza contare che nelle statistiche rimangono aree estremamente estese di mancata denuncia e di sottonotifica, dovute anche al dilagare della precarietà e delle situazioni di ricattabilità, soprattutto nelle aziende con meno di 15 dipendenti, che costituiscono la stragrande maggioranza nella Provincia di Viterbo.

Rispetto ai controlli e alle visite ispettive ogni ente ha tenuto a sottolineare la propria efficienza e rispetto degli obiettivi imposti, nonostante la sempre maggiore carenza di risorse da investire sul campo. Ma è proprio sugli obiettivi di produttività interna dei vari uffici, imposti dagli organi centrali a quelli periferici provinciali di Viterbo, che dovrebbe scattare l’indignazione.

Basti pensare, come ha sottolineato l’ingegnere Napoli della Asl, hanno effettuato su obiettivi imposti 670 controlli pari al 5per cento delle unità produttive provinciali. E l’altro 95 per cento? Parliamo di altre 12mila e 730 unità produttive da controllare che sono magicamente scomparse dalle statistiche sulle quali mai sapremo se sono in regola o no.

Ma non è certo colpa del servizio ispettivo della Asl locale. Sono anche gli stravolgimenti, le deroghe, le scappatoie che il governo ha attuato e cerca continuamente di adottare per depotenziare l’effetto del decreto legislativo 81 del 2008, meglio conosciuto come testo unico.

Prendiamo ad esempio articolo 12 del disegno di legge 2243 (semplificazione) ultimamente presentato. Questo prevede che si dovranno segnalare solo quegli infortuni sul lavoro che comportino lesioni con prognosi maggiore di 14 giorni, mentre nella vecchia normativa erano tre.

Inoltre, le lesioni con prognosi superiore ai trenta giorni non verranno più segnalate all’autorità giudiziaria, ma all’Inail, che provvederà a inoltrarle alla direzione provinciale del lavoro.

In una situazione in cui, oggi, già è invalso il costume di nascondere gli infortuni con la malattia o le ferie. Questa norma occulterà definitivamente gli infortuni agli occhi degli organi preposti ai controlli e scompariranno come dato statistico nelle elaborazioni profuse ogni anno.

Altra grave modifica si trova nell’articolo 14 del medesimo disegno di legge, nel comma dove si prevede l’abolizione del “registro degli infortuni” che doveva essere tenuto dall’imprenditore. Non è un caso che il rappresentante dei consulenti del lavoro lo ha definito una “lungaggine burocratica”.

Sulla formazione ancora poco si fa, nonostante l’impegno di alcune associazioni datoriali.

Per quanto riguarda l’impegno istituzionale sulla formazione auspichiamo che la Provincia intervenga sulle carenze e sulle mancanze normative. Tra queste quella dell’obbligo formativo per i contratti di apprendistato professionalizzante, sui quali, ricordiamo, sono obbligatorie ore di formazione da erogare ai ragazzi fino a 29 anni, formazione anche rivolta al tema della prevenzione, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Anche qui forniamo un dato. Dal 2008 sono stati rilasciati nella nostra provincia 4622 pareri di conformità per contratti di apprendistato professionalizzante. Il settore formazione professionale parla di soli 435 apprendisti formati, mancandone all’appello ben 4187 lavoratori apprendisti.

Come vede la sua citazione della famosa canzone francese del 1936, cantata da Nunzio Filogamo nel 1937, è pertinente.

Serve più formazione, più coordinamento, più partecipazione e soprattutto il coinvolgimento diretto dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls, Rlst e di sito), ma soprattutto proposte concrete.

Su questo la Cgil si muove da tempo ed è pronta ad affrontare una discussione con lei più concreta su questo tema.

Carlo D'Ubaldo,
Cdlt Cgil Viterbo

Massimo Guerrini
Fillea - Cgil


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