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Omicidio Rizzello - Illustrati i risultati della perizia - Chiusa la fase dell'incidente probatorio
E' ufficiale: il sangue è solo di De Vito
Viterbo - 25 ottobre 2010 - ore 16,30

Trentenne uccisa a coltellate davanti alla figlia di 14 mesi
Dossier Omicidio Rizzello
Giorgio De Vito
Mariola Henrycka Michta
Marcella Rizzello, la donna assassinata in casa il 3 febbraio scorso
- Si è concluso oggi l'incidente probatorio per l'omicidio della 30enne Marcella Rizzello.

Questa mattina, in aula, il medico legale Saverio Potenza ha illustrato i risultati della perizia eseguita sulle tracce di sangue trovate sulla scena del delitto. La villetta di via dei Latini dove, il 3 febbraio scorso, Marcella fu uccisa a coltellate, davanti alla figlioletta di 14 mesi.

Un esito, quello della perizia, che era praticamente scontato. Anticipato dalle risultanze dei numerosi sopralluoghi eseguiti dai Ris in questi mesi, che avevano già in parte escluso la presenza di tracce della Michta, la donna polacca arrestata a maggio per concorso in omicidio e rapina.

Potenza non ha fatto altro che ribadire il concetto. L'unico a lasciare la sua firma biologica, la mattina del 3 febbraio, in casa Rizzello, è stato Giorgio De Vito. Il 35enne napoletano finito in manette insieme alla Michta e che, all'epoca, era il suo compagno.

Il legale di De Vito, Marcello Rezza, ha cercato, comunque, una scappatoia, chiedendo, tramite un suo sostituto, l'integrazione della perizia di Potenza.

Rezza, infatti, ha contestato il mancato prelievo del dna della Michta. Un esame che però, a detta del perito, non era necessario, perché tutte le tracce trovate sulla scena del delitto sono riconducibili o alla Rizzello o a De Vito.

Tanto il pm, quanto la difesa della Michta si sono opposti alla richiesta del legale. E alla fine, lo stesso gip Franca Marinelli, l'ha respinta, chiudendo ufficialmente la fase dell'incidente probatorio.

Gli avvocati difensori della Michta Roberto Fava e Ilaria Ceccarelli sono già pronti a presentare una nuova istanza di scarcerazione per la loro assistita. La terza in cinque mesi. Nella speranza che, dopo la perizia di Potenza, la 30enne polacca possa lasciare il penitenziario di Civitavecchia.

Non resta, ora, che attendere l'avviso di conclusione delle indagini e la decisione del pm Petroselli, su un'eventuale archiviazione o rinvio a giudizio dei due arrestati.


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