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Viterbo - Il ricordo di Antonini (Anpi)
Giacomo Zolla è morto, la sua opera vivrà sempre
Viterbo - 25 ottobre 2010 - ore 17,30

- Ieri sera, 24 ottobre, ad ottantasei anni, è venuto a mancare il Combattente partigiano Giacomo Edmondo Zolla.

Era nato a Soriano nel Cimino, il 5 settembre 1924. Il padre, un artigiano di idee socialiste, gli aveva dato il nome del Martire Matteotti e di uno zio minatore emigrato, da poco caduto sul lavoro.

Si avvicina all’Antifascismo attorno alla metà degli anni Trenta, grazie alla conoscenza di confinati e di vecchi socialisti, come il meccanico Settimio David, nella cui officina aveva trovato, nascosto tra gli scaffali, l’Almanacco socialista del 1918. Organizza così un gruppo di giovani cospiratori che avrà modo di uscire allo scoperto il 25 luglio 1943.

Alla notizia della deposizione di Mussolini, Zolla e altri antifascisti sorianesi, nell’euforia, si recano presso una batteria contraerea chiedendo ai soldati di togliere il Fascio dalle mostrine, rischiando la vita. Chiamato alle armi, Zolla è inviato al confine con la Francia; l’8 settembre 1943 si trova a Cuneo e, assieme agli altri commilitoni, fa per tornare a casa ma ad Alba il treno per il ritorno è bloccato dai tedeschi che trasferiscono i soldati sui vagoni piombati per deportarli in Germania.

Alla stazione di Torino, i soldati gettano dai vagoni le placche di metallo alla Croce rossa per farle recapitare ai familiari; Zolla, che non ne dispone, scrive “Sono prigioniero dei tedeschi” su un foglietto che la Croce rossa riesce a far giungere ai genitori. Le condizioni del viaggio si presentano subito disumane: mancano acqua e aria e, in più, saputo dei bombardamenti a tappeto in Germania, in molti temono di perdere la vita.

Così, un soldato, prende l’iniziativa, crea uno spazio allargando le lamiere del treno, si fascia dei vestiti attorno alla testa e, non appena il treno rallenta, si butta; lo seguono man mano tutti gli altri soldati, tra cui Zolla che si rifugia presso dei contadini nel Piacentino.

Tornato clandestinamente a Soriano, partecipa alla formazione della banda partigiana Domenico David – Raffaele Diana, che, in collegamento con il raggruppamento Monte Soratte, compie atti di sabotaggio, diffusione della stampa clandestina e protezione dei militari sbandati, ricevendo dopo la Liberazione attestati di encomio dalle forze alleate.

Zolla, il 9 maggio 1944, è arrestato su delazione e rinchiuso nel carcere di S. Maria in Gradi di Viterbo, testimone dei terribili bombardamenti alleati sul carcere del 27 maggio successivo. Quella notte, l’agente di custodia era stato scaraventato via dallo spostamento d’aria , quando un detenuto sardo, anziché mettersi in salvo, apriva le celle agli altri carcerati.

Con l’arrivo degli alleati, Zolla, entrato nel Pci, s’impegna nella ricostruzione, in una Soriano pesantemente devastata dai bombardamenti e dove la sezione Pci, nella disorganizzazione generale, rappresenta l’unico punto di riferimento per la cittadinanza. Zolla è eletto segretario della locale sezione del Fronte della gioventù, l’organismo fondato da Eugenio Curiel che raccoglie i giovani delle forze Cln. Nel 1951 entrerà nel Consiglio provinciale per il Pci; sarà anche consigliere comunale a Soriano.

Titolare di una tipografia, verso la metà degli anni Sessanta, l’autodidatta Zolla inizia a lavorare per una pubblicazione di respiro storiografico sui comunisti di Soriano. Ne esce quella che è, senza ombra di dubbio, la principale monografia su Antifascismo, Resistenza e Ricostruzione nell’Alto Lazio: 30 anni di storia e di lotte dei comunisti di Soriano nel Cimino, 1936-1966, uscita nel 1972.

Fondamentale anche perché, in appendice, l’autore vi inserisce le memorie autobiografiche di alcuni comunisti della provincia, come il viterbese Luigi Tavani, che in certi casi risalgono fino agli anni Dieci e di cui non si sarebbe potuta avere altrimenti informazione. Una pubblicazione ormai citata in innumerevoli tesi di laurea e in lavori di argomento analogo.

Sarà proprio quello della memoria storica l’aspetto su cui Zolla si concentrerà negli anni successivi, anche con interventi sulla stampa per contrastare un revisionismo strumentale sempre più incalzante. Nel 2002 pubblica Quei vent’anni dell’Era Fascista; più che una monografia, un’integrazione del precedente lavoro fatta di fotocopie rilegate, metodo che ha utilizzato anche per altre recenti uscite, pur sempre degne di nota.

Negli ultimi anni ha messo a disposizione la sua testimonianza per pubblicazioni cartacee e audiovisive editate con la collaborazione del Comitato provinciale Anpi, come il documentario Antifascismo a Viterbo e in Italia, Storia e cronaca, la mostra fotografica di Daniele Vita Morale della favola, raccontare la Resistenza oggi (2008), lo spettacolo teatrale di Ferdinando Vaselli ad essa unito e l’omonima pubblicazione a cura di Marco Trulli (Purple press, 2009) che ne è seguita.

Il Comitato provinciale Anpi si stringe attorno alla moglie, alle figlie e ai parenti tutti, privati ora di una personalità, schiva e riservata, di alto profilo morale, politico e civile, la cui opera ha fornito alla storiografia e alla memoria collettiva, locali e non, strumenti dal valore inestimabile.

I funerali si terranno domani, martedì 26, alle ore 15,00, presso il duomo di Soriano nel Cimino.

Silvio Antonini
Segretario e Portabandiera
Anpi Cp Viterbo


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