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Viterbo - Interviene Fare Verde
Gli inceneritori non risolvono il problema rifliuti
Viterbo - 26 ottobre 2010 - ore 17,30

Riceviamo e pubblichiamo - L’associazione ambientalista Fare Verde, circolo di Tarquinia, interviene in merito al progetto di costruire un inceneritore di rifiuti nel territorio viterbese.

Secondo FV si tratta di una scelta impiantistica onerosa poiché ogni inceneritore costa dai 60 ai 160 milioni di euro e decisamente contraria alle Direttive Europee che stabiliscono una diversa scala di priorità nella gestione dei rifiuti: riduzione (prevenzione), riuso, riciclaggio, e in ultimo incenerimento e smaltimento in discarica (art. 3 Direttiva 91/156/CEE del 18 marzo 1991).

Fare Verde è contraria alla costruzione di nuovi impianti di incenerimento perché: distruggono risorse preziose non rinnovabili come la plastica ottenuta dal petrolio, metalli e vetro ottenuti da minerali; disincentivano la raccolta differenziata e il riciclaggio: gli impianti di incenerimento sono sempre progettati in modo da essere sovradimensionati rispetto alle esigenze del territorio e per funzionare in modo economico hanno bisogno di grandi quantità di rifiuti da bruciare.

Ciò rappresenta un rischio concreto che i rifiuti prendano la strada della distruzione invece che quella del recupero e del riciclaggio: bruciare può essere più "comodo" che differenziare e riciclare;

non eliminano il problema delle discariche: i rifiuti urbani inceneriti si trasformano in ceneri e polveri trattenute dai filtri da smaltire in discariche speciali con costi più elevati e maggiori rischi ambientali;

non risolvono il problema energetico: il riciclaggio dei materiali consente un risparmio energetico di gran lunga superiore all'energia prodotta dagli impianti di incenerimento.

La plastica è l’unico materiale che conviene bruciare a causa del suo elevato potere calorifico e dello scarso valore dei materiali recuperati. Ma la plastica rappresenta solo il 10% dei rifiuti che produciamo e può essere drasticamente ridotta!; non risolvono l’emergenza rifiuti: la costruzione di un inceneritore richiede, inclusi gli iter autorizzativi, circa 4 anni.

La realizzazione di un sistema di raccolta differenziata spinta con percentuali di recupero superiori al 60% richiede poco più di un anno. La riduzione a monte dei rifiuti è ancora più immediata: se tutti cominciassimo da subito a bere acqua di rubinetto eviteremmo la produzione di 6 miliardi 250 milioni di bottiglie di plastica da 1,5 litri all'anno (188 litri a testa per 50 milioni di abitanti)!;

non creano occupazione: per gestire impianti altamente automatizzati come gli inceneritori occorre un numero di persone infinitamente inferiore a quelle necessarie per gestire la raccolta differenziata spinta, il recupero e il riciclaggio dei materiali;

inquinano produzioni agricole di qualità: l’Italia si contraddistingue a livello mondiale per le proprie produzioni agricole di qualità. Gli inceneritori emettono fumi che, per quanto controllati, inquinano il territorio e compromettono la qualità delle produzioni agricole. Per questo anche associazioni di categoria come Coldiretti sono contrarie all'incenerimento.

Una particolare forma di inquinamento è quella delle polveri ultrasottili emesse dagli inceneritori di più recente concezione: polveri tanto sottili da non poter essere fermate da alcun filtro e ancora più pericolose ed insidiose per la salute umana proprio a causa delle loro ridotte dimensioni;

contribuiscono al riscaldamento del pianeta: gli inceneritori sono forni che producono anidride carbonica, uno dei gas responsabili del riscaldamento del Pianeta e degli stravolgimenti del clima.

Fare Verde - Tarquinia


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