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Provincia - Il medico e consigliere Bruni in Bolivia per un viaggio di solidarietà
Da Viterbo a Santa Rosa de Yacuma
Viterbo - 28 ottobre 2010 - ore 11,00

Il chirurgo e consigliere provinciale Vincenzo Bruni
- Sta per concludersi l’avventura di solidarietà del consigliere provinciale Vincenzo Bruni in Bolivia.

Medico chirurgo, il dottor Bruni si trova da circa un mese ancora in America del sud per partecipare a un’iniziativa promossa dalla Ausl di Viterbo in collaborazione con l’ospedale universitario “Japonese” di Santa Cruz della Sierra e con l’organizzazione di volontariato Amar (Agrupacion medica de acion rural).

Facendo base nella città di Santa Cruz, il consigliere Bruni e gli altri medici della delegazione, dopo due viaggi su piccoli aerei locali (per un volo totale di tre ore), sono arrivati nella comunità rurale di Santa Rosa de Yacuma, all’interno della foresta amazzonica boliviana.

Il sistema sanitario locale in quella zona del mondo non prevede l’assistenza pubblica, specie nelle località di provincia dove la popolazione si organizza quindi da sé con piccoli ospedali rurali, nei quali lavorano medici di base e in cui vengono inviati, a titolo gratuito, gli specializzandi dalle facoltà universitarie.

Le carenze assistenziali con cui la popolazione boliviana deve fare i conti sono quindi enormi, sia per ciò che riguarda il personale, sia per i farmaci e i presidi.

“E’ stata un’esperienza nuova per me – afferma il consigliere Bruni, che farà ritorno in Italia il prossimo 31 ottobre -, veramente appagante. Ho fatto parte di una delegazione viterbese composta da due chirurghi, un collega anestesista e un’infermiera: tutti noi abbiamo lavorato insieme a specialisti boliviani.

Abbiamo fatto 60 interventi chirurgici e i colleghi ginecologi, oculisti e pediatri hanno effettuato centinaia di prestazioni specialistiche”. 

“Le cose che più mi hanno colpito durante il mio soggiorno a Santa Rosa de Yacuma – continua il consigliere – sono state l’accoglienza e il calore riservatici dalla popolazione locale, che ci ha ospitato e anche un po’ viziato nei momenti di pausa dal lavoro.

Dopo il primo giorno in Bolivia, appena si è diffusa la voce del nostro arrivo, si sono formate fuori dall’ospedale rurale lunghe file di gente in attesa di essere visitata o addirittura operata.

Parliamo di persone che non ci conoscevano, ma che verso di noi hanno da subito mostrato una straordinaria fiducia. Questo non può che far piacere a me e ai colleghi con cui ho condiviso questa esperienza.

Mi spiace solo che, per ottenere le stesse prestazioni mediche gratuitamente – conclude – la popolazione boliviana dovrà aspettare la prossima missione, che si svolgerà sicuramente non prima di qualche mese”.


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