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Processo ecomafie - Il giudice respinge la richiesta di annullamento
Giro d'Italia, salve le intercettazioni
Viterbo - 28 ottobre 2010 - ore 3,45

Un'immagine della conferenza stampa dei carabinieri, durante la quale fu illustrata l'operazione Giro d'Italia
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- Giro d'Italia, salve le intercettazioni.

Pericolo scampato per le intercettazioni del processo Giro d'Italia, sul traffico illecito di rifiuti.

Il giudice Eugenio Turco ha respinto la richiesta di annullamento dei decreti autorizzativi presentata, nella scorsa udienza, dall'avvocato Marco Russo.

L'ordinanza del giudice Turco è chiara come il sole. Nessuna mancanza da parte del gip. Dai decreti si capisce perfettamente perché le intercettazioni erano indispensabili e perché non era possibile usare altri strumenti di indagine.

Le intercettazioni, insomma, restano dove sono. Al contrario di quanto era accaduto nei processi Dazio e Miniera d'oro, dove il collegio (del quale faceva parte lo stesso Turco) azzerò i decreti autorizzativi delle migliaia di intercettazioni raccolte dalla procura. Una decisione che, evidentemente, Turco non approvava e che lo ha portato a optare per una soluzione diversa in Giro d'Italia.

Il processo nasce dall'omonima maxioperazione dei carabinieri che, nel 2005, smantellarono un traffico illecito di rifiuti con destinazione Viterbo. 15 i rinviati a giudizio, accusati di aver dato vita a un’organizzazione che, dopo aver fatto giungere tonnellate di rifiuti dal Veneto, dal Friuli, dalla Toscana e dalla Lombardia, li smaltiva illecitamente nelle cave del Viterbese.

Oltre a respingere la richiesta di annullamento dei decreti, il giudice ha bocciato anche le altre eccezioni degli avvocati della difesa. La prima sull'inammissibilità della costituzione di parte civile di alcune persone offese (rigettata da Turco già nella scorsa udienza). La seconda sull’inutilizzabilità di alcune campionature eseguite in fase di indagini nelle cave di Vetralla, Capranica e Castel Sant’Elia. È qui che sarebbero stati stoccati illegalmente i rifiuti, per un giro d’affari di almeno due milioni e mezzo di euro.

La seduta è aggiornata al 19 gennaio 2011, per l'ascolto di otto testimoni del pubblico ministero Stefano D'Arma.


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