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Viterbo - Il "sogno" dell'assessore Bartoletti
Terme, spostiamo la callara al centro
Viterbo - 28 ottobre 2010 - ore 17,00

Giovanni Bartoletti
- Io ho un sogno (I have a dream), cominciava così un meraviglioso e mai dimenticato discorso.

Sulle note di quella citazione famosa, anche io avrei un sogno: quello che finalmente si realizzi la leggenda metropolitana, trasmessa oralmente di padre in figlio, e arrivata fino a noi attraversando secoli di storia.

Quella bella tradizione che affermava come la “callara” del Bullicame sgorgasse al centro di Viterbo. Ora spostare la “callara” al centro della nostra città, è veramente un sogno, ma portare l’acqua della nostra preziosa sorgente fino a Viterbo, questo non è un sogno ma è una reale possibilità, anzi è un progetto realizzabile.

Oggi se un viterbese volesse farsi un bel bagno termale nelle benefiche e terapeutiche acque del Bullicame, deve comunque salire in macchina per recarsi o alle pozze del Bullicame (se sono alimentate, e non sempre è così) o in quelle Carletti, o al Bagnaccio, oppure mettere le mani al portafogli, e andare alle Terme dei Papi.

Non c’è altra scelta. Se invece quella meravigliosa acqua terapeutica del Bullicame fosse convogliata in una conduttura fino a Viterbo, qui potrebbe alimentare una bella piscina al coperto, o una grotta terapeutica (come del resto lo erano le antiche Terme Romane).

Pensate che bellezza per gli abitanti del capoluogo della Tuscia avere a disposizione le Terme in città. Si potrebbe utilizzare ad esempio il laghetto del “Bagnaccio” sito sulla Cassia nord, attualmente utilizzato solo per il prelievo dei fanghi, le cui acque si disperdono, inutilmente, nei terreni limitrofi.

Alcune idee che mi vengono in mente sul luogo dove situare i bagni termali cittadini, sono ad esempio la nuova struttura che è in via di realizzazione, sul luogo dove sorgeva l’ex mattatoio comunale. Pensate se all’interno di quel complesso si potesse realizzare un ambiente termale alimentato con l’acqua del Bullicame. Basterebbe una piccola portata per alimentare un “calidarium” ed un “tepidarium”.

Dunque un confortevole ambiente coperto, moderno e comodo, che si potrebbe raggiungere a piedi perché è all’interno della Sacra Valle di Faul, praticamente al centro di Viterbo. Guardiamoci un momento attorno, guardiamo all’Europa. Budapest che si fregia del titolo di “regina del Danubio” è anche nota come “la città delle terme”.

Infatti, nel centro della città esistono 12 bagni termali con temperature che variano da 39 a 30 gradi, mentre le camere d’aria calda (bagno turco) arrivano a 60-70 gradi. Il bagno Gellèrt, uno dei più rinomati, nella sua pubblicità informa che quelle sorgenti furono scoperte 2.000 anni fa e, guarda caso la sua sorgente terapeutica era già conosciuta nel Duecento. (La nostra sorgente del Bullicame nel Duecento, per l’esattezza nel 1217, fu riscoperta, ma in precedenza aveva già allietato il tempo libero di Etruschi e di Romani.) All’interno del bagno Gellért il servizio medico è svolto dai medici e dal personale sanitario dell’ospedale.

Accanto al bagno termale fanno parte del Gellért una piscina all’aperto, circondata da un bel parco, e la piscina con tetto apribile, stupenda anche sotto l'aspetto architettonico. Ora non è che queste cose si possano realizzare dall’oggi al domani, ma per cominciare due belle piscine nel nuovo complesso in prossima costruzione, finanziato da Fondazione Carivit e Bic Lazio, io ce le vedrei proprio.

Per affermare che Viterbo dove a breve sorgerà la Città Termale, ha le Terme proprio nel cuore antico della città. Naturalmente questo presuppone che tutti i prelievi che oggi sono fatti in maniera selvaggia e incontrollata sul Bullicame, vengano regolamentati e controllati scrupolosamente.

Giovanni Bartoletti
Tuscia Vola


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