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Viterbo - Detenuto morto a Mammagialla - Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione
Un suicidio che non convince
Viterbo - 29 ottobre 2010 - ore 12,00

- Andranno avanti le indagini sul suicidio di Claudio Tomaino.

Così ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Viterbo, Salvatore Fanti, che ha respinto la richiesta di archiviazione del caso presentata dalla procura.

Tomaino era stato trovato morto nella sua cella al carcere di Viterbo il 19 gennaio 2008, con una busta di plastica in testa. Per la procura non c'è dubbio che si sia trattato di suicidio, considerando anche i quattro precedenti tentativi, da parte di Tomaino, di togliersi la vita. Prima tagliandosi le vene. Poi ingerendo lamette e barbiturici.

Eppure, secondo il gip, alcuni aspetti della morte del detenuto non sarebbero stati approfonditi. Come le macchie di sangue trovate sul viso e sul cuscino di Tomaino, che la madre dell'uomo ha chiesto più volte di esaminare.

Ed è proprio su istanza della donna, che la procura di Catanzaro ha riaperto il fascicolo sulla strage di Caraffa, della quale Tomaino si era autoaccusato.

Il fatto risale al 27 marzo 2006 quando, nelle campagne di Catanzaro, a Caraffa, furono assassinati l'infermiere Camillo Pane, zio dell’omicida, la moglie, Annamaria, e i figli Eugenio e Maria.

La strage scaturì da una questione di soldi. Tomaino doveva 450 mila euro a Camillo Pane, insieme al quale aveva un'attività di compravendita immobiliare.

Il processo era stato chiuso nel 2008 dai giudici della Corte d'assise di Catanzaro per la morte del reo. Ma ora, dopo le pressioni della madre del detenuto, è stato riaperto.


Viterbo - Si è tolto la vita con una busta di plastica - Aveva sterminato una intera famiglia
Pluriomicida si suicida a Mammagialla
19 gennaio 2008 - ore 14,30


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