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Il quotidiano online racconta, documenti alla mano, la vicenda di Ruby e Berlusconi
Repubblica: “E’ abuso di potere”
Viterbo - 31 ottobre 2010 - ore 11,30

- Repubblica svela il presunto abuso di potere di Silvio Berlusconi.

Secondo il quotidiano online il premier nella notte tra i il 27 e il 28 maggio avrebbe preteso che Ruby fosse subito lasciata libera anche se accusata di furto e priva di documenti.

La ragazza quindi sarebbe poi stata affidata a una persona di sua fiducia, Nicole Minetti, che si sarebbe presentata come “consigliere regionale della Regione Lombardia con incarico presso la presidenza del consiglio dei ministri”.

Secondo Repubblica Berlusconi ha troppa paura di esser messo nei guai da Ruby e avrebbe spinto anche i funzionari di polizia ad essere complici dell’accaduto, non applicando la decisione del giudice che vorrebbe Ruby affidata ad una comunità.

Il quotidiano basa la sua inchiesta su diversi documenti. Per prima la relazione di servizio firmata dall’assistente di polizia Landolfi e dall’agente Ferrazzano della “Volante Monforte bis del quarto turno” al dirigente del commissariato Monforte-Vittoria il 28 luglio, cioè due mesi dopo un primo rapporto. In questura e in questo commissariato le voci di quanto è accaduto quella notte si sono rincorse, provocando un deluso disagio.

Gli agenti, secondo il documento in possesso di Repubblica, ricordano “di aver preso in carico El Mahroug Karima, nata in Marocco il 01.11.1992″ per “procedere al fotosegnalamento della minore e provvedere alla collocazione della ragazza presso una struttura di accoglienza per minori”. Durante le fasi di quest’operazione, “l’assistente Landolfi veniva raggiunto di gran corsa, presso gli uffici della terza sezione, dal commissario capo Giorgia Iafrate, la quale riferiva di aver ricevuto una comunicazione telefonica da parte del capo di gabinetto della questura, Ostuni, dove si doveva lasciar andare la minore e che non andava foto segnalata”.

Ma, sempre secondo Repubblica, l’abuso di Berlusconi va oltre. Mente sapendo di mentire, riporta l’articolo del quotidiano, quando dice che la ragazza è la nipote di un capo di Stato. L’inganno gli serve per dare pressione al funzionario della questura. Suona come una minaccia all’interesse nazionale.

Intanto Nicole abbondona al suo destino Ruby non mantenendo la promessa di prendersene cura.

“Gli operanti chiedevano alla Iafrate se il pm di turno dei minori era stato informato della nuova situazione - si legge in un altro dei documenti a disposizione di repubblica -. E cioè del fatto che la ragazza era la nipote del presidente Moubarach e che la signora Minetti si era resa disponibile a prendere in affidamento la ragazza.

La Iafrate chiedeva ai sottoscritti di contattare il pm. Il pm disponeva comunque l’affido della minore a una comunità o la temporanea custodia della minore presso gli uffici della questura”.

A questo punto si presenta il problema dell’identita della minore. È la nipote di Mubarak, come dice Berlusconi, o una ragazza qualsiasi, nata in Marocco, da una famiglia poverissima, come in questura a Milano sanno? Infatti, stando alle carte di Repubblica, l’ispettore superiore Colletti contatta il commissariato di Letojanni, Messina, dove abitano i genitori di Ruby, e poi una volante arriva persino a casa loro, nel cuore della notte. Né il padre né la madre hanno alcun documento della ragazza.

Continua quindi la ricerca dei ducumenti. L’assistente Landolfi rintraccia tramite una casa famiglia, sempre a Messina, che aveva ospitato Ruby e chiede se conservano copia di un suo documento. La responsabile della struttura non è in ufficio. Risponde che il giorno dopo lo avrebbe inviato per fax. A questo punto, viene data per acquisita l’identificazione della ragazza, grazie alla copia di un documento che fisicamente non c’è e che forse arriverà. Ma, continua l’articolo di Repubblica, sembra sufficiente alla Iafrate, “come da accordi intercorsi con il capo di gabinetto e il pm di turno, per affidare la minore a Nicole Minetti”.

Secondo l’articolo di Repubblica ci sono davvero pochi dubbi sulla vicenda. L’intervento di Berlusconi è illeggittimo e deforma i comportamenti della polizia, che rifiuta di rispettare i primi ordini della magistratura.

È il mondo, dice l’articolo, che il capo del governo immagina. Un mondo in cui decide e in cui la sua inter vita privata diventa pubblica.


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