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Processo Gradoli - La figura della donna scomparsa ricostruita dai testimoni - I genitori di Esposito non rispondono - Fotocronaca
"Tatiana, madre affettuosa e lavoratrice"
Viterbo - 9 ottobre 2010 - ore 1,30

Le immagini dell'udienza del processo di Gradoli
Enrico, padre di Paolo Esposito
Enrico Esposito accanto alla moglie Maria Lorenzini
Enrico Valentini, avvocato di esposito
Fabrizio Berna parla con la sua assistita Ala Ceoban
Il pm Renzo Petroselli
Paolo Esposito in aula
Mario Rosati, avvocato di Esposito
Luigi Sini, legale di Elena Nekifor
Elena Nekifor, madre di Tatiana e Ala Ceoban
Il giudice Eugenio Turco
Il giudice Maurizio Pacioni
N
- Salta all'ultimo momento la testimonianza di Enrico e Maria Esposito.

Nell'udienza di ieri mattina, i genitori dell'imputato per il giallo di Gradoli si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Una scelta che la signora Maria aveva già fatto a luglio, quando, si era mostrata restia a testimoniare in aula.

In quel caso, la Corte fu ferma nel sostenere che i genitori di Esposito non potevano sottrarsi alle domande degli avvocati e del pm Renzo Petroselli. In parole povere, Enrico e Maria Esposito non avrebbero potuto avvalersi della facoltà di non rispondere. E la loro deposizione era solo questione di tempo. Ma questo succedeva tre mesi fa.

Ieri mattina i giudici Maurizio Pacioni ed Eugenio Turco e la giuria popolare hanno cambiato totalmente le carte in tavola. Deliberando, per i coniugi Esposito, la possibilità di schivare un confronto col pm e con gli avvocati. Una vera mazzata, per i tanti cronisti presenti in aula, che attendevano con ansia la deposizione delle due persone più vicine a Paolo Esposito. E invece, hanno dovuto accontentarsi di un'udienza costruita sul nulla. Con testimonianze a impatto emotivo zero e che niente hanno aggiunto rispetto a quanto si sapeva già. Ovvero, che i rapporti tra Tatiana e Paolo erano tesi e che Tania era una madre premurosa e una lavoratrice esemplare.

“Aveva già annotato sul foglio di lavoro che il primo giugno sarebbe venuta regolarmente a fare le pulizie in banca, dalle 16,15 alle 16,45, come sempre – ha raccontato, in aula, Pietro Ricci, il direttore della filiale del Banco di Brescia a Gradoli, dove Tania prestava servizio -. Era sempre puntuale, specie nel comunicare i suoi impegni e le sue assenze”. Come a dire che non era da lei sparire così, di punto in bianco. Mollando il lavoro. E soprattutto Erika.

“Tatiana voleva lasciare la casa in cui viveva con Esposito e comprare un appartamento tutto suo – ha detto ancora Ricci -. Mi chiese di accendere un mutuo, anche se poi abbandonammo la pratica. Il suo desiderio era andare a vivere nella nuova casa con le sue figlie. Elena e Erika. Non avrebbe mai lasciato nessuna delle due. Viveva per loro”. Una versione confermata anche dagli altri testi in aula, che hanno parlato di una Tatiana spesso sofferente e in lacrime.

“Una volta si era confidata con me, a proposito di Erika – ha spiegato Gianni Alesini, dipendente della filiale del Banco di Brescia di Gradoli -. Scoppiò in singhiozzi, dicendomi che Esposito aveva intrapreso un'azione legale per l'affidamento della bambina”.

Lo stesso sfogo Tatiana l'aveva avuto anche con la sua parrucchiera, Vittoria Menichelli, ascoltata in udienza. Alla donna, Tatiana aveva detto di aver trovato il ricorso al tribunale dei minori della primavera del 2007, in cui Paolo richiedeva l'affidamento esclusivo di Erika. E anche quella volta, era scoppiata in lacrime.

Proprio riguardo Erika, la difesa di Ala Ceoban ha richiesto l'esame anticipato della bambina. La Corte ha risposto che spetta al pm anticipare l'audizione di Erika, rigettando, quindi, la richiesta del legale.

Il resto dell'udienza si è concentrato sulle visite mediche alle quali avrebbe dovuto essere sottoposta Elena, per un'operazione alle tonsille e alle adenoidi. Operazione fissata per il 15 giugno, che Elena non ha mai fatto. Come, del resto, il 10 giugno, non si era presentata alla preospedalizzazione.

Si è parlato anche dei movimenti eseguiti con il bancomat sul conto corrente di Tatiana. La difesa di Esposito ha chiesto l'acquisizione di tutta la documentazione bancaria dal 2004 ad oggi e del contratto di una fantomatica carta prepagata intestata a Tatiana, ma usata da Elena.

Il pm Petroselli, invece, ha richiesto la messa agli atti della lettera inviata da Ala Ceoban al quotidiano Il Messaggero, delle indagini psicologiche sulla famiglia Esposito e la non ammissibilità della testimonianza di Erika. Richieste sulle quali la Corte si è riservata e potrebbe dare risposte già nell'udienza di questa mattina che vedrà, tra i testimoni-chiave, il compagbo di Tatiana Gioacchino Catalucci.


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