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Viterbo - Domenica, 12 settembre, alle 21,30 nei giardini di palazzo dei Priori
“Il ragno” di Sem Benelli chiude Spazi e Memoria
Viterbo - 10 settembre 2010 - ore 15,50

- La rassegna teatrale “Spazi e Memoria” prosegue domenica 12 settembre alle 21.30 nei giardini di Palazzo dei Priori, con l’ultimo appuntamento presente in cartellone, che vede sul palco uno spaccato di storia degli anni ‘30: due mondi a confronto per accaparrarsi diritti e privilegi.

“Il ragno” di Sem Benelli, una delle commedie più affascinanti dell’autore, rappresentata una sola volta nel 1935 a Milano dalla compagnia di Renzo Ricci e Rina Morelli e riproposta oggi per la regia di Marco Prosperini e con Paolo Ricchi, Serena Ventrella, Nicola De Santis, Pierre Bresolin e Giancarlo Mici.

La modernità della storia la rende ancora oggi interessante, tanto più che i personaggi sembrano uomini dei nostri giorni con problematiche e dilemmi più che mai attuali. La storia ruota intorno ai due protagonisti: Fabrizio, Conte di Poggialto e Giulia, sua moglie, testimoni di un’epoca di profondi sconvolgimenti ma anche di intensi travagli sentimentali.

La storia inizia in estate e si conclude tra il natale e il capodanno, giorni di festa in cui le vicende dei protagonisti si trasformano in un dramma. Tra gli alberi natalizi, le zampogne che suonano malinconicamente nelle strade e le bottiglie di champagne, l’atmosfera della festa inebriante scandisce e sottolinea i movimenti scenici e narrativi della pièce, in un crescendo che porterà all’esaurirsi ineluttabile del destino umano dei protagonisti.

Due mondi che si scontrano. Due mentalità che cozzano per i diversi principi e soprattutto che lottano per accaparrarsi diritti e privilegi: l’alta borghesia finanziaria che vuole sostituire l’antica aristocrazia italiana degli anni ‘30.

Uno spaccato di storia reale raccontato magistralmente e ironicamente da Sem Benelli senza falsi pudori o demagogica razionalità. “Ci si chiede spesso cosa avessero quegli anni di così particolare, condizionati forse come siamo dai mitici anni ‘30 americani – afferma Marco Prosperini (direttore artistico del festival n.d.r.) – invece scopriamo con sorpresa che sono proprio i nostri italici anni ruggenti, progenie dei più decantati e famosi anni d’oltre oceano”.

Sul palcoscenico commenti musicali e inserti di canzoni degli anni ’30, (cantate dai maestri dell’epoca come Natalino Otto), fanno dello spettacolo una commedia drammatica ed ironica al tempo stesso. E infatti, l’andamento narrativo è sottolineato dalle musiche originali scritte appositamente da Giancarlo Mici, proprio perché i temi musicali composti, non sono un semplice descrittivo sottofondo musicale, ma diventano anch’essi “personaggi” protagonisti all’interno della scena.

Sem Benelli è stato uno dei più grandi drammaturghi del 900, autore del testo teatrale La cena delle beffe, tragedia ambientata nella Firenze medicea di Lorenzo il Magnifico, una delle opere più rappresentate al mondo, il cui successo ha consegnato il suo nome alla storia della letteratura.

Assieme a Filippo Tommaso Marinetti (con il quale fondò nel 1905 a Milano la rivista letteraria Poesia) fu fra coloro che propugnarono il movimento del Futurismo. Venne eletto deputato nel 1921, ma all'indomani dell'uccisione di Giacomo Matteotti entrò in rotta di collisione con il regime fascista e si dimise. Un festival quello di “Spazi e Memoria” che va a rivisitare il periodo storico compreso tra gli anni ‘20 e ’40, che non significa solo Pirandello, ma una vastità di autori che hanno dato origine alla cultura italiana del ‘900 a cui il festival dedica ampio spazio riconoscendone gli onori.


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