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Viterbo - Interviene il segretario generale della Cgil Miranda Perinelli
Sanità, tagliare i posti letto non è una soluzione
Viterbo - 15 settembre 2010 - ore 11,05

Miranda Perinelli, segretario generale della Cgil
Riceviamo e pubblichiamo - La presidente Polverini non è disponibile ad alzarsi dal sul scranno per venire a Viterbo, a meno che non ci siano occasioni di festa dove i riflettori sono puntati su di lei con un clima giocoso misto a riverenza e rispetto per la più alta carica della Regione. Bene!

Il "dopo Santa Rosa" è passato e a distanza di pochi giorni ormai dalla entrata in vigore dei decreti emanati dalla presidente Polverini, non abbiamo avuto ad oggi, alcuna notizia, invito per un confronto, interlocuzione con chi ha la responsabilità di assicurare il servizio a tutela della salute dei cittadini.

La conferenza dei sindaci che doveva essere convocata, il consiglio provinciale straordinario aperto, che abbiamo chiesto da tempo, dovevano essere momenti per una discussione con le parti sociali e non solo. Tutto dimenticato?

Il tema della sanità non può riguardare in maniera distinta e separata solo i tagli dei posti letto degli ospedali di Tarquinia e di Civita Castellana, (pur se è l’urgenza) ma necessita una programmazione del territorio.

L’insieme dei 27 provvedimenti emanati, mancano di una visione strategica e di un progetto organico che partendo dai bisogni di salute della popolazione disegni la sanità di questa provincia e della Regione più complessivamente per i prossimi anni. Semplicemente perché non partiamo da zero e non si capirebbe perché sono stati spesi milioni di euro per ristrutturare gli ospedali, gli stessi dove oggi si tagliano reparti e p.l. sarebbe veramente incomprensibile.

Ciò detto, non sfugge a nessuno che si dovranno tener presenti le situazioni deficitarie della sanità Laziale e che quindi necessita riorganizzare tenendo presente i risparmi. Noi crediamo che si possano coniugare le due necessità, se viene riconosciuta la priorità della sanità sul territorio, la rete dei servizi, forte integrazione con i medici di medicina generale, l’assistenza domiciliare integrata, ma deve essere contestuale ed inserita in un progetto complessivo.

Non si può partire dal taglio dei posti letto da ridurre sul territorio, anche perché vorrei ricordare che nella nostra provincia siamo già sotto la media nazionale e regionale (che prevede 4 p.l per ogni 1.000 abitanti) il viterbese è già adesso sotto a 2 p.l. per mille abitanti.

Questo fa emergere due negatività in un ragionamento generale, la prima è quella del disservizio e del disagio della popolazione, l’altro è che invita alla mobilità passiva (ricoveri in altre regioni) con un evidente aggravio di costi per la nostra Regione, vanificando di fatto il rientro economico.

Allora su questo punto a ognuno di noi viene il dubbio che nel progetto ci siano dentro in maniera importante i privati. Privati che dovrebbero gestire la sanità pubblica e sarebbe inevitabilmente un altro punto negativo e in controtendenza al rientro economico che sta giustamente tanto cuore di tutti.

L’altro aspetto che fa indignare è la penalizzazione delle Province a favore di Roma, che invece di essere una opportunità per le province è invece, in tutti i campi relativi ai servizi e a favore dello sviluppo, una penalizzazione.

La risposta non può essere quella delle quattro macroaree, non può essere la chiusura di ostetricia e ginecologia di Tarquinia e Civita Castellana, non può essere l’abolizione del Tin (reparto di traumatologia infantile) di Belcolle anch’esso penalizzato perché già adesso presenta carenza di posti letto.

L’ospedale Belcolle, se questo sarà il trend, rischierà di chiudere le sale operatorie per mancanza di personale, dobbiamo sapere che attualmente i chirurghi e tutti gli addetti operano perché si rendono disponibili oltre proprio orario di lavoro per sopperire a carenze organiche ormai non più sopportabili.

E infine, non perché di minore importanza, la stabilizzazione dei precari, 250 circa nella nostra provincia, che attualmente stanno sostenendo interi comparti riferiti a servizi necessari, indispensabili considerando che la stabilizzazione di questi operatori non sarebbe un costo ulteriore, dal momento che svolgono mansioni sicuramente non superflue.

Miranda Perinelli
Segretario generale Cgil Viterbo


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