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Viterbo - Presentato in Provincia il progetto Auto-mutuo-aiuto per combattere la dipendenza
Gioco d'azzardo, come uscirne
Viterbo - 16 settembre 2010 - ore 15,30

L'assessore provinciale Paolo Bianchini
Adolfo Pipino
- Presentato questa mattina nella sala conferenze di Palazzo Gentili il gruppo di auto-mutuo-aiuto (Ama) per giocatori d’azzardo eccessivi e per le loro famiglie.

Un progetto realizzato grazie alla collaborazione tra Provincia di Viterbo, Ausl di Viterbo e CeIS “San Crispino”. Presenti all’iniziativa il direttore generale dell’Ausl di Viterbo, Adolfo Pipino; l’assessore provinciale alle Politiche sociali, Paolo Bianchini; Anna Rita Giaccone, neurologa responsabile dell’Uoc Sert dell’Ausl di Viterbo; Luca Piras, sociologo della Provincia di Viterbo.

Il programma realizzato da Provincia, Ausl e CeIS “San Crispino” intende presentarsi come un efficace strumento terapeutico al fine di cambiare i comportamenti di ricorso eccessivo fino alla dipendenza dai giochi d’azzardo.

Concretamente, un gruppo di auto-mutuo-aiuto è formato da persone accomunate dal fatto di avere tutte uno stesso problema, che viene affrontato aiutandosi reciprocamente.

Queste persone si riuniscono in gruppo una volta alla settimana in un locale dell’Ausl, dove, sedute in cerchio, e con la conduzione di esperti psico-sociali, possono parlare liberamente e confrontarsi sulle proprie difficoltà quotidiane legate alla pulsione verso il gioco d’azzardo. L’aspetto mutualistico è alla base dell’intervento.

Per i familiari dei giocatori il gruppo rappresenta inoltre l’opportunità di ricevere, attraverso il confronto con altre persone con difficoltà identiche, un sostegno emotivo utile nell’affrontare le difficili situazioni che i giocatori eccessivi creano: continui litigi nell’ambiente domestico, assenze dal lavoro, dissesti economici, debiti e prestiti dagli usurai, etc etc.

“L’amministrazione provinciale ha subito sposato questo progetto congiunto – dichiara l’assessore alle Politiche sociali Paolo Bianchini – perché la dipendenza patologica dal gioco d’azzardo purtroppo riguarda anche il territorio della Tuscia, e s’inserisce a pieno titolo nel contesto delle devianze comportamentali.

Il gruppo di auto-mutuo-aiuto è un primo passo, un’opportunità che offriamo alle famiglie colpite dal problema di venire allo scoperto per cercare una via d’uscita. Il mio assessorato e la Provincia di Viterbo saranno sempre vigili su questi temi, con l’obiettivo di combattere la noia, il nulla, soprattutto tra i giovani, ed evitare le devianze”.

“Il progetto che oggi abbiamo presentato – commenta il direttore generale della Ausl di Viterbo, Adolfo Pipino – intende fornire una risposta concreta, efficace e professionale a un fenomeno sociale in constante crescita, come quello della dipendenza dal gioco d’azzardo.

Una patologia che è strettamente legata all’andamento della crisi economica in corso nel nostro Paese, a conferma dei recenti studi che mettono in correlazione l’aumento dei casi di dipendenza con il progressivo impoverimento della popolazione. La sinergia tra Ausl e Provincia, già attivata negli anni scorsi su iniziative analoghe, è una risorsa per tutta la Tuscia che la direzione strategica aziendale intende rafforzare e sostenere in futuro”.

“Il gruppo di auto mutuo aiuto – aggiunge la neurologa Anna Rita Giaccone – è un esempio di lavoro di rete, all’interno della quale operano le istituzioni, le associazioni di volontariato e molte espressioni della società civile.

Proprio questa compartecipazione è la garanzia della bontà e del buon esito del progetto stesso. Da questo punto di vista, desidero ringraziare vivamente il sostegno che abbiamo ricevuto da parte del CeIS. La dipendenza dal gioco di azzardo, come in tutte le altre dipendenze, scaturisce sempre da un malessere sociale, familiare ed economico. Dobbiamo partire da questa considerazione per poter agire poi sul fenomeno e liberare chi ne è affetto da questa che è una patologia a tutti gli effetti”.

Questi alcuni dati svelati nello studio sul fenomeno realizzato dal dottor Piras e dalla dottoressa Giaccone: ogni anno c’è un aumento del 10% di utenze che si rivolgono ai servizi sanitari e sociali per problemi legati alle devianze; nel 2007 l’investimento pro capite per il gioco è stato pari al 2,7% dei consumi, equivalente a quello per l’acquisto di un’automobile; in Italia e nella provincia di Viterbo la percentuale di giocatori patologici adulti va dal 3% al 6%; i miliardi di euro spesi per giocare passano dai 9,47 del 1993 ai 62 del 2010.

“La domanda aumenta perché aumenta anche l’offerta – sottolinea Piras -. L’accesso al gioco oggi è più facile e più diffuso, ed ecco che conseguentemente cresce anche la percentuale di giocatori patologici.

Allo stesso tempo, però, si registra anche una maggiore richiesta d’aiuto: più si conoscono i servizi, più il fenomeno emerge. Il bisogno di abbandonare la schiavitù data dalla dipendenza si esprime meglio se c’è una maggiore presa di coscienza sui servizi che rappresentano una forma di aiuto per chi è interessato dal fenomeno”.

Proprio al fine di far conoscere l’attività del gruppo di auto-muto-aiuto, presso il centro diurno del Sert, Ausl, Provincia di Viterbo e Ceis “San Crispino” hanno organizzato un ciclo di quattro incontri informativi sui danni provocati dal gioco d’azzardo, dal titolo “Quando il gioco si fa duro…”. Gli incontri si terranno il 21 e 28 settembre e il 5 e 19 ottobre dalle 17 alle 19 in via delle Mura 19 (sede del Sert) a Viterbo. Info: 0761/321507.


Alcuni dati sull’incidenza del gioco d’azzardo in Italia

Il gioco d’azzardo – sia per numero di giocatori che per il volume delle giocate - è un fenomeno cresciuto da un anno all’altro circa del 13%. 47 i miliardi di euro spesi per il gioco nel 2008, 53 miliardi nel 2009.

I giochi che hanno registrato un vero e proprio boom sono il Superenalotto (+82% tra gennaio e settembre 2008 e negli stessi mesi del 2009), le slot machine (+15%), le scommesse sportive (+7%). Il Gratta&Vinci ha registrato circa 6,9 milioni di euro giocati. Le giocate alla nuova lotteria “Win for life” ammontano poi a 4 milioni di euro, il che si è tradotto in incassi per oltre un miliardo e mezzo nel 2009.

Una ricerca condotta dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr su dati del 2008 dimostra che gli italiani che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nella vita sono circa 15 milioni (38% della popolazione tra i 15 e i 64 anni).

Maggiormente interessata dal fenomeno risulta essere la popolazione maschile, attestandosi al 50% rispetto al 29% delle donne. La fascia d’età più a rischio è quella compresa tra i 25 i 34 anni (55% dei maschi e 34,5% delle femmine). Lo studio evidenzia inoltre che il 10,8% dei giocatori, pari a un milione e mezzo di persone, prova l’impulso di giocare somme sempre più consistenti. Tale fenomeno, anche in questo caso, riguarda più gli uomini (13%) che le donne (8%). Tra questi la maggior parte nasconde ai propri familiari la quantità di soldi giocati (83%).

Lo studio sottolinea inoltre come i giovani siano sempre più coinvolti in questa dimensione. Circa il 40% degli studenti italiani tra i 15 e i 19 anni riferisce di aver giocato almeno una volta nel corso dello scorso anno.

Anche in questa categoria sono i maschi (52,6%) a giocare più delle coetanee femmine (28,8%). I giochi preferiti dai giovani sono il Gratta & Vinci, Lotto e Superenalotto.

Le nuove strategie di marketing dell’industria del gioco fanno aumentare il numero dei giocatori saltuari ed elevare quello dei giocatori patologici. Tutto questo provoca dei seri danni all’economia sana del Paese: infatti le famiglie italiane che giocano sono circa 15 milioni. Mediamente impiegano 2.700/2.800 euro l’anno in tali attività, circa il 10% del proprio reddito. Come conseguenza, più o meno 53 miliardi dei euro di giocate del 2009 mancano all’acquisto di beni e servizi.

L’Italia alla fine del 2004 era al terzo posto tra i paesi che giocano di più al mondo, preceduta solo dal Giappone e dal Regno Unito. Il mercato italiano rappresenta il 9% di quello mondiale, ma se analizziamo la spesa pro-capite, l’Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a persona.

In Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo, inoltre, le famiglie investono il 6,5%del proprio reddito in gioco d’azzardo. Da una ricerca del Censis (2009) emerge che le cinque province italiane dove si gioca di più sono Pavia, Pescara, Rimini, Lodi e Teramo. Quella del gioco d’azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim (Capitanucci, Croce, Reynaudo, Zerbetto, 2009).

Il giocatore d’azzardo non è necessariamente un giocatore patologico. La maggior parte dei giocatori non ha infatti nessun problema, ma le ricerche internazionali condotte per accertare il numero dei giocatori patologici stimano dall’1% al 3% la popolazione vittima del gioco di questo tipo. In Italia ciò equivale a 700mila persone in “età da gioco”.

E’ interessante notare che le ricerche fatte in Inghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, Usa, riportano in modo concorde tutte gli stessi risultati.

Tali ricerche dimostrano inoltre che la maggior quantità di giochi a disposizione (sia come numero che in termini di possibilità di accesso temporale) è direttamente proporzionale ad un aumento del numero di popolazione che perde il controllo del gioco e che diviene giocatore problematico o patologico.

Il trend di crescita del gioco autorizzato in Italia è la conseguenza della politica dei recenti Governi che hanno introdotto nuove offerte di gioco d’azzardo pubblico:
• 1997: vengono introdotte la doppia giocata di Lotto e Superenalotto e le sale scommesse;
• 1999: investitura ufficiale per il Bingo;
• 2003: spazio in Finanziaria alle slot machine;
• 2005: introdotta la terza giocata del Lotto, le scommesse Big Match, le scommesse on line;
• 2006: i nuovi corner e punti gioco per le scommesse.

Si è passati dalle tre occasioni di gioco autorizzato alla settimana degli inizi degli anni ‘90 alle 15 occasioni di gioco del 2006: 10 settimanali, più lotterie istantanee, sale Bingo (242), slot machine
(con circa 200.000 apparecchi diffusi sul tutto il territorio nazionale), sale scommesse (1.400), scommesse on line con carte prepagate. Con il Decreto Bersani la proposta di gioco è ulteriormente aumentata. In concreto, c’è la possibilità di creare altri 16.300 nuovi punti in cui è possibile giocare d’azzardo (Capitanucci, Croce, Reynaudo, Zerbetto, 2009).

Secondo i dati Eurispes il gioco d’azzardo patologico colpisce per lo più le persone con reddito medio-basso o basso con personalità vulnerabili, nelle quali sono presenti disturbi d’ansia e/o condizioni depressive (queste persone individuano nel gioco una sorta di auto medicamento).

Si tratta di persone che hanno difficoltà a controllare i propri impulsi e le personalità “sensation seeking” (coloro che cercano forti sensazioni). Inoltre sono particolarmente a rischio configurazioni di personalità con disturbo narcisistico, borderline, antisociale e le persone che non hanno famiglia e/o amici e gli anziani (Caretti, La Barbera, 2009).

Luca Piras
Sociologo della Provincia di Viterbo


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