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Interviene Sinistra ecologia e libertà
"I dirigenti scolastici viterbesi più realisti del re"
Viterbo - 16 settembre 2010 - ore 16,30

Riceviamo e pubblichiamo - I disagi che si stanno verificando in molti Istituti superiori viterbesi, a causa dell’irrigidimento di molti dirigenti scolastici,relativamente all’orario delle lezioni, rischiano di assestare un colpo pesante al diritto allo studio e alla sua esigibilità.

Sono molte le famiglie che in questi primi giorni di scuola vivono l’angoscia di veder uscire di casa i propri figli adolescenti, al mattino presto, per vederli tornare a casa nel tardo pomeriggio (in alcuni casi anche a 12 ore di distanza) a causa dell’immotivata pretesa di molti dirigenti scolastici di imporre l’orario delle lezioni dalle 8 del mattino alle 14, senza che a questa decisione sia corrisposto un adeguamento degli orari di pullman e treni che abitualmente, vengono utilizzati dagli studenti pendolari.

Non ci risulta che le scuole, al momento dell’iscrizione, o comunque prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, abbiano provveduto ad informare adeguatamente le famiglie circa l’intenzione di modificare i propri regolamenti, relativamente all’orario di ingresso e di uscita.

Questi dirigenti, più realisti del re, non vogliono sentir parlare di questioni educative (la perdita di senso di una porzione del tempo di vita, senza la supervisione di figure adulte; poter pranzare a casa; rinunciare all’attività sportiva), ne di motivazioni didattiche, come il tempo inutilmente sottratto allo studio. Così come non interessa loro il fatto che questa novità rispetto all’orario, costringe molte famiglie a sobbarcarsi l’onere di far fronte ad una spesa imprevista, quella del pranzo fuori casa dei figli.

Insomma, a molti dirigenti scolastici viterbesi non interessa nulla delle ragioni degli studenti e delle famiglie che, per i motivi suddetti (e molti altri), chiedono la riduzione di almeno 5 minuti dell’ora di lezione, per consentire l’uscita da scuola alle 13.30 ed il rientroa casa ad un ora accettabile.

La motivazione di tale rigidità sembrerebbe essere legata alla riforma Gelmini, che tanti danni ha fatto alla scuola, ma che in questo caso non c’entra. Proviamo a spiegare il perché, prendendo in considerazione la situazione dei professionali e dei tecnici (estendibile a tutte le tipologie di scuola superiore) che risultano quelli più penalizzati dalla mancata riduzione dell’ora di lezione.

La riforma Gelmini parte dalle prime classi e prevede 1056 ore di lezione, da effettuarsi in un anno. Siccome le ore settimanali per le classi prime sono 32, ne risulta, con una semplice operazione, che l’anno scolastico deve essere garantito da 33 settimane effettive di lezione. Per le classi successive valgono i 200 giorni effettivi di scuola e sostanzialmente le cose non cambiano.

Il calendario scolastico emanato dalla Regione Lazio, dal 13 settembre all’11 giugno, prevede 210 giorni effettivi di scuola, pari a 35 settimane di lezione. Ne risulta che nelle scuole della Regione Lazio si effettuano due settimane effettive di scuola in più rispetto a quanto previsto dalla riforma.

Un’eccedenza che come avviene in moltissime altre regioni come Marche, Lombardia, Sardegna, Trentino, potrebbe consentire un recupero quasi totale dell’eventuale riduzione dell’orario di lezione.

Sinistra Ecologia Libertà, facendosi interprete dei problemi e dei disagi vissuti da molti ragazzi che vivono la realtà del pendolarismo scolastico, chiede ai sindacati della scuola, all’Amministrazione provinciale, all’Ufficio scolastico provinciale, di vigilare su quanto sta avvenendo al fine di garantire il diritto allo studio e di rimuovere tutti gli ostacoli che ne impediscono l’esercizio effettivo.

Sinistra Ecologia Libertà, nei prossimi giorni si farà promotrice di iniziative istituzionali dirette (Regione Lazio) ed indirette in Parlamento per verificare la legittimità di quanto sta avvenendo in questi giorni, in molte scuole viterbesi.

Sinistra Ecologia Libertà
Dipartimento Scuola-Università


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