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Sanità - L'ex direttore della Asl di Roma H fu coinvolto nell'inchiesta che portò all'arresto dell'imprenditore Giampaolo Angelucci
Mingiacchi indagato anche per truffa
Viterbo - 16 settembre 2010 - ore 3,10

Luciano Mingiacchi, ex direttore generale Asl Roma H
Alfredo Moscaroli, presidente del cda della Isa
Ferdinando Selvaggini, dipendente del Ced della Asl viterbese
- C'era anche Luciano Mingiacchi tra gli indagati sul giro di fatture false che travolse la sanità laziale l'anno scorso.

L'ex direttore generale della Asl Roma H, arrestato ieri per corruzione aggravata a Viterbo, fu sottoposto a obbligo di dimora il 4 febbraio 2009, per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso. Il provvedimento fu revocato appena quindici giorni dopo.

In quell'occasione, l'inchiesta della magistratura di Velletri svelò una truffa da 170 milioni di euro al sistema sanitario regionale, attraverso un giro di false fatturazioni per prestazioni mai eseguite o eseguite solo in parte. Una bufera che travolse, in primis, il re delle cliniche Giampaolo Angelucci, che finì agli arresti domiciliari, e suo padre Antonio, per il quale fu chiesta l'autorizzazione a procedere.

Stavolta, le manette sono scattate per Mingiacchi e l'inchiesta è partita da Viterbo, dove, da oltre un anno, la procura indaga su un giro di tangenti alla Asl. Tangenti che lo stesso Mingiacchi avrebbe intascato. Cinquemila euro, una volta al mese, dal 2005 al 2009.

Le mazzette, secondo i pm Fabrizio Tucci e Stefano D'Arma, provenivano dalla Isa, società attiva nel settore informatico, alla quale Mingiacchi avrebbe assicurato, a procedura negoziata, appalti di fornitura e servizi. Uno "scambio di favori" che ha fruttato alla società più di mezzo milione di euro l'anno.

Il tutto sarebbe avvenuto con la complicità di Patrizia Sanna, dirigente del servizio informatico della Asl Roma H, finita in manette a luglio con la stessa accusa che ora ricade su Mingiacchi: corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri del proprio ufficio.

Un sistema collaudato, quello delle forniture alla Isa in cambio di tangenti, sperimentato già nella Asl di Viterbo e che portò all'arresto, nel dicembre 2009, di Ferdinando Selvaggini (responsabile del Ced della Asl), Massimo Ceccarelli e Alfredo Moscaroli (presidente del cda della Isa).

Secondo l'accusa, Mingiacchi avrebbe iniziato a percepire tangenti dal 2005. Da quando, cioè, l'ex direttore sanitario sottoscrisse con la Isa una convenzione per la gestione di attività informatiche. Si trattava della stessa convenzione che la società aveva siglato, in precedenza, con le Asl di Rieti e Viterbo e che le avrebbe permesso di intascare milioni di euro, sempre con lo stesso modus operandi.

Minghiacchi, per il momento, resta in carcere a Velletri, a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Nel mirino degli inquirenti, ora, c'è la consulenza da 5mila euro al mese affidata alla Isa dal nipote di Mingiacchi.

Sarà compito della magistratura stabilire se si sia trattao di una vera consulenza o di un'ulteriore tangente.


Viterbo - E' Luciano Mingiacchi, della Asl Roma H
Sanità, in manette ex direttore generale
Viterbo - 15 settembre 2010 - ore 12,00


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