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Noe - L'inchiesta aveva portato all'arresto di due dirigenti della Gea Consulting, Guido Gostoli e Davide Di Nicola
Traffico di rifiuti speciali e tossici, chiuse le indagini
Viterbo - 17 settembre 2010 - ore 3,10

Guido Gostoli, il dirigente della Gea Consulting coinvolto nell'inchiesta del Noe sul traffico di rifiuti speciali e tossici
- Nessun interrogatorio davanti al pm per Guido Gostoli.

Al direttore dell'ufficio commerciale della Gea Consulting Srl di Viterbo è stato notificato, a fine agosto, l'avviso di conclusione delle indagini.

Gostoli, finito in manette il 12 luglio e scarcerato il 30, era accusato di concorso in traffico illegale di rifiuti speciali e tossici e falso. Nello stesso blitz dei carabinieri del Noe furono arrestate altre 13 persone, tra cui un altro dirigente della Gea Consulting viterbese, Davide Di Nicola, direttore del settore logistica.

"Il mio cliente - spiega l'avvocato La Bella, difensore di Gostoli - era ansioso di poter chiarire la sua posizione di fronte al pm Guarriello. E' curioso che, mentre attendevamo una sua risposta per l'interrogatorio, il pubblico ministero abbia notificato l'avviso di conclusione delle indagini".

Si tratterà, ora, di aspettare la fissazione dell'udienza preliminare. I tempi dipenderanno dal gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Ma, quasi certamente, se ne riparlerà nel 2011, tra febbraio e marzo.

"Siamo fiduciosi - afferma il legale -. Il tribunale del riesame ha emesso una sentenza in cui è scritto che mancavano gli indizi di colpevolezza nei confronti di Gostoli. Il pm non ha né fatto ulteriori indagini, né presentato ricorso per Cassazione. Dobbiamo ritenere, quindi, di poter sperare in una sentenza di non luogo a procedere. Ma fare previsioni adesso è prematuro. La decisione spetterà, ovviamente, al gup".

Il blitz che portò all'arresto di Gostoli, Di Nicola e altre 12 persone scattò all'alba del 12 luglio scorso.

Le indagini, partite dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, consentirono ai carabinieri del Noe di scoprire un traffico illecito di rifiuti che coinvolgeva sette regioni: Lazio, Campania, Marche, Umbria, Toscana, Puglia e Abruzzo.

Secondo l'accusa, lo smaltimento di rifiuti sarebbe avvenuto attraverso una miscelazione illecita, svolta presso impianti compiacenti e società che emettevano false certificazioni. Da qui il sequestro preventivo di cinque società e degli strumenti con i quali sarebbe stata messa in atto l'attività illecita.

Dalle indagini sarebbe risultato che i rifiuti provenienti dai 91 comuni della provincia di Frosinone venivano regolarmente stoccati nella discarica di Cerreto, sequestrata anch'essa dai carabinieri.

I fanghi dei rifiuti, da quanto emerge dall'inchiesta, anziché essere trattati a norma di legge, venivano gettati nelle campagne del Casertano.

Un'imponente attività di indagine, condotta dal capitano Pietro Rajola e dal colonnello Sergio Di Caprio, meglio conosciuto come Ultimo, dai tempi dell'arresto di Totò Riina.


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