::::: Tutto low cost  Tutto viaggi  Tutto automobili
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Roma Nord | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | Gallery| TwTv| Corriere2000|



L'opinione di un candido democristiano
Al via "regione Roma", che ne sarà di noi?
di Renzo Trappolini
Viterbo - 21 settembre 2010 - ore 4,00

Renzo Trappolini
- Ci siamo. Il governo ha approvato le norme transitorie per Roma Capitale, in attesa della Città Metropolitana. In soldoni, la “Regione Roma”, per di più con lo status di capitale della nazione, nella “Regione Lazio”. Quattro milioni di abitanti contro due scarsi di cui varie centinaia di migliaia pendolari a lavorare in città per il Pil capitolino che è quattro volte quello delle province.

Roma più forte e Viterbo più debole con trecentoquindicimila abitanti e - come ha scritto il leader storico degli imprenditori locali, Tonino Delli Jaconi – con la “nostra scarsa attitudine alla relazione con gli altri territori”.

Non sarà, infatti, la trasversale a rafforzarci, se tra Viterbo e Civitavecchia non ci sono una visione dello sviluppo ma anche un agire comuni. Così con la confinanti province di Grosseto e Siena in Toscana e con l’Umbria, interessate come noi ai flussi e agli insediamenti produttivi collegabili alla Tirrenica e all’Interporto (se e quando questo funzionerà. Quando?).

Né bastano i comunicati stampa sui numeri che dovrebbe scrivere il Cipe per qualche sognata opera di terra o d’aria.

Heri dicebamus. Quando si insediò alla Provincia l’onorevole Meroi dicevamo di aspettare che nel suo programma fosse indicata una strategia di approccio con i territori a nord della provincia di Roma, da Bracciano-Cerveteri a Civitavecchia e da Fiano a Sant’Oreste per accordi sullo sviluppo di un area che ha molte caratteristiche comuni, opportunità di integrazione delle potenzialità produttive specifiche e interesse ad essere anche quantitativamente meno debole nel confronto con Roma.

Anche per evitare, ad esempio, che la qualità degli insediamenti da Civita Castellana a Nepi Settevene risponda solo a logiche urbanistiche di espansione capitolina.

E la speranza era che, senza campanilismi o retorica, si aprisse un dibattito per fare proposte che coinvolgessero la gente che abita a nord di Roma e confina con la Tuscia ( a Frosinone ci hanno provato parlando addirittura di secessione e a Rieti un Comune come Amatrice, attaccato alle Marche, fa la corte alla provincia di Ascoli). Da noi, salvo errore, risposte non pervenute.

Sarebbe, però, bello, ma soprattutto utile - almeno ora che (leggiamo sui giornali): “i presidenti di Provincia e i sindacati Cgil, Cisl, Uil hanno chiesto alle istituzioni di discutere l’impatto della riforma” - conoscere le idee di Meroi e cosa proporrà come presidente della Provincia, dei consiglieri regionali, dei parlamentari.

La Tuscia, debole numericamente, è fortissima culturalmente (l’Università ha decentrato dovunque ha potuto) e politicamente con un assessore e vivaci consiglieri regionali, quattro parlamentari di cui due ad alta caratura nazionale e peso che non teme i big romani.

Che dicono, che fanno e che faranno? Come per l’aeroporto?

Renzo Trappolini


Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo

Condividi

-