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Viterbo - Giancarlo Torricelli (Sel) commenta gli ultimi dibattiti politici
La crisi non fa più notizia
Viterbo - 27 settembre 2010 - ore 20,45

Riceviamo e pubblichiamo - Da mesi, il dibattito pubblico italiano è aggrovigliato attorno alla vicenda, ormai stucchevole, della casa di Montecarlo, abitata dal cognato di Gianfranco Fini.

Un susseguirsi di accuse violentissime, annunci ad effetto, videomessaggi, dossier, servizi segreti, società offshore, compravendita di parlamentari fotografano la crisi di sistema che investe la cosiddetta seconda Repubblica.

E mentre l’opinione pubblica è costretta a sorbirsi l’ennesima puntata di rivelazioni e contro rivelazioni sulla casa monegasca, con il corollario del coinvolgimento di improbabili personaggi che operano nei paradisi fiscali, ci sono notizie che diventano invisibili.

Perché ci si fa il “callo”, ma anche perché sono la testimonianza del fallimento delle politiche di governo. E dell’azione congiunta e senza distinzioni dei vari Berlusconi, Fini e Bossi.

Qualche giorno fa, è stato pubblicato il dato Istat sulla forza lavoro nel secondo trimestre del 2010.

Un dato drammatico: 2,1 milioni di disoccupati, tasso di disoccupazione salito all’8,5% e il 29% dei giovani é senza lavoro.

Senza dimenticare che oltre il 15% di chi lavora lo fa a tempo determinato, spesso in una condizione di precarietà estrema, mentre centinaia di migliaia di persone sono in cassa integrazione a zero ore o lavorano ad orario ridotto, con un salario tagliato che, a sua volta, riduce i consumi, rende la vita più difficile e frena l’economia.

Se a questo si aggiunge che, come sostiene la Cgil nel suo rapporto sulla crisi dei salari, negli ultimi dieci anni i lavoratori dipendenti hanno perso oltre 5.000 euro di potere di acquisto, a causa di un’inflazione effettiva molto più alta di quella programmata e a causa della mancata restituzione del fiscal drag (vale a dire dell’aumento effettivo della pressione fiscale dovuto proprio ai fenomeni inflattivi), si capisce che in questo Paese esiste una colossale questione sociale, legata alla mancanza di reddito che va assumendo sempre di più i contorni del dramma individuale e collettivo.

Un dramma con il quale la politica fatica a misurarsi. Si minimizza, si sostiene che l’Italia sta meglio di altri Paesi, si sostiene che la crisi è passata, omettendo di dire che anche laddove ci sono segnali di ripresa l’occupazione continua a calare.

Di fronte a una crisi di sistema come quella attuale, non esistono politiche attive per il lavoro (ci si limita a sostenere un po’ chi precipita nel baratro della cassa integrazione e della mobilità), non esiste un’ipotesi di riforma degli ammortizzatori sociali che individui nel reddito di cittadinanza una misura reale di sostegno per una generazione precaria che non sa cosa sia il lavoro fisso e garantito, non esiste un’idea di riconversione ecologica dei processi produttivi che provi ad immaginare un’uscita possibile alla crisi che non sia la riproposizione degli stessi meccanismi e processi che l’hanno generata.

In attesa dell’ennesimo scontro tra Berlusconi e Fini, in attesa di conoscere il nome del proprietario della casa di Montecarlo e in attesa di sapere se il premier riuscirà a portare a casa l’importante (per se) legge blocca processi, sarebbe interessante capire se la destra, che governa a tutti i livelli, abbia uno straccio di idea per fronteggiare la pesante crisi sociale che non sia il detto di Eduardo “a’ da passà a nuttata”.

Giancarlo Torricelli
Sinistra ecologia e libertà


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