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Viterbo - Interviene Emanuele Ricucci
"Dai Palazzi alla deriva dei ragazzi"
Viterbo - 2 settembre 2010 - ore 18,30

Riceviamo e pubblichiamo - Vicini al baratro come non mai. Sembra di tornare a vedere l’Italia “storica”, di sempre, ammaestrata da governanti di comodo, in confederazioni di stati, bramosi solo dei loro potenti interessi, non curanti delle condizioni del cittadino, del popolo.

Mentre nei palazzi si discute di tornare al voto, si “inciucia”tatticamente sulle nuove posizioni “ammazza opinione”, mentre si pensa, come al solito, agli interessi di pochi e leader stranieri ( Mu’ammar Gheddafi) giungono in Italia a dar prova del loro “sfarzo” ed importanza, estendendo “harem” e facendo proseliti islamici, i dati sul lavoro giovanile, in proiezione nazionale, si fanno maledettamente critici. Una sola goccia di pioggia prima della bufera; acqua pesante come grandine.

Ecco cosa viene riportato secondo dati “Istat”, amplificati dal quotidiano “il Messaggero”: “Ma a preoccupare è soprattutto la cifra riguardante i giovani: in Italia più di uno su quattro è disoccupato.

La percentuale dei senza lavoro, che hanno un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, è salita a quota 26,8% rispetto al 25,7% del luglio 2009. Poco più di un punto. Ma c’è stato anche un recupero dello 0,6% rispetto a giugno, dovuto però, secondo il nostro istituto di statistica, ad «arrotondamenti» contabili. Nella sostanza il tasso generale di disoccupazione si attesta all’8,4%: -18.000 unità rispetto a giugno e -172.000 rispetto al luglio 2009. Cresce il numero degli inattivi, tra i 15 e i 64 anni, a 14.948.000 (record storico) con un aumento di 76.000 unità (+0,5%) rispetto allo scorso mese di giugno. “

Dati preoccupanti, soprattutto quelli inerenti all’aumento dei c.d. “inattivi”, ossia coloro che hanno rinunciato a cercare un’occupazione, vista la triste situazione che affligge il nostro paese.

Pochi dati da analizzare, relativamente poche parole ma credo necessarie. La situazione nell’ Eurozona, nell’area dei paesi comunitari europei quindi, vede dati non così rassicuranti a livello di disoccupazione generale e di attività lavorativa; sicuramente sono più sereni circa il lavoro “giovanile”.

Per questo si ritiene necessario “aprire gli occhi” e tentare di esporre le proprie questioni, tornare a credere, dare importanza alle nostre opinioni, riprendere quella posizione che della democrazia fu sacra e primaria, quella del cittadino. Da tempo denuncio la pessima condizione in cui la categoria “giovani” verte deliberatamente in Italia. I dati sono sotto gli occhi di tutti, aperti alle interpretazioni di tutti, molto spesso al “menefreghismo” di molti.

Certamente, dopo le analisi delle recenti informazioni circa il consumo di droga tra i ragazzi, la mancanza di punti di riferimento certi a livello sociale e personale, la “deriva” e “semi distruzione” delle famiglie, valori e nuclei fondamentali, l’abbandono dei giovani alle mode e i loro “lavaggi del cervello”, mi chiedo: dove vogliamo arrivare? Ad un punto di non ritorno certo?

Abbandonare a se stessi i giovani, trascurarli, strumentalizzarli, renderli mera “carne da guadagno e macello”, significa compromettere fortemente e concretamente il futuro del paese economico, morale, sociale e “nazionale”. Correre in qualche maniera ai ripari, fa parte non solo del preciso compito istituzionale ,governativo e politico ma anche della esatta consapevolezza e responsabilità di noi cittadini.

Un sistema politico che non più ci rappresenta, partiti divenuti contenitori vuoti e sempre più “oligarchici”, personali, cittadini alle prese con la “sopravvivenza” quotidiana, strumentalizzazioni ed ipocrisie continue.
Una piccola riflessione, lieve goccia di pioggia nella tremenda bufera che, senz’altro, sta per arrivare.

Chiudo ricordando che “saldo è lo stato in cui si obbedisce volentieri”.
La riflessione è stata lanciata, come sempre, ora sta a voi!

Emanuele Ricucci


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