Riceviamo e pubblichiamo - Ancora una volta la partecipazione al trasporto della macchina di S. Rosa, per noi disabili, diventa impresa difficile, a causa di un’organizzazione dell’evento che cura forse più gli aspetti di carattere spettacolare e promozionale piuttosto che quelli legati ad una partecipazione popolare.
Il nostro rilievo riguarda la situazione di piazza del comune, zona che abitualmente frequentiamo in questa circostanza.
Teniamo a precisare che gli spazi previsti: l’area recintata in prossimità delle transenne, di fronte a via Cavour e la pedana posta al di sotto degli spalti, mostrano dei limiti legati, nel primo caso, all’insufficiente controllo del personale addetto ed alla limitatezza degli spazi.
L’area dovrebbe essere utilizzata da persone non deambulanti e dai relativi accompagnatori ma in realtà viene usata da parenti, amici e varia umanità che non ha necessità del posto riservato.
C'è il problema, poi, della sopraelevazione della pedana che, non avendo altezza sufficiente, in realtà non risolve il problema della visibilità.
A completare il quadro delle difficoltà è l’area riservata al centro della piazza alla troupe televisiva che con la sua telecamera sottrae spazio e visibilità ulteriore.
Una piazza, quindi cosi ingombra di spalti, camminamenti preferenziali, aree riservate e quant’altro, diventa indubbiamente poco accessibile a tutti quelli che hanno difficoltà motorie e non.
L’auspicio, per quest’anno, è quello che l’organizzazione non trasformi una festa della santa patrona della città di Viterbo in una parata di celebrità o in una passerella per coloro i quali vogliono diventarlo, ma piuttosto in un momento di condivisione di valori umani e di solidarietà.
Un gruppo di disabili
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