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Subito dopo l'arrivo l'esplosione di gioia dei facchini
La volata finale di Fiore del Cielo
di Francesca Buzzi
Viterbo - 4 settembre 2010 - ore 3,10

Il trasporto visto da Ernie Souchak
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Il trasporto visto da Maurizio Di Giovancarlo
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Il trasporto visto da Paola Pierdomenico
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Il trasporto visto da Lorenzo Galeotti e Martina Lucchesi
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- Una corsa sfrenata, a perdifiato e in salita. E' la volata finale della Macchina di Santa Rosa.

I facchini sono stanchi, stremati, non ce la fanno quasi più, ma in quell'ultimo tratto ci mettono tutta la loro passione.

Dai gradini del santuario di Santa Rosa le mogli, le fidanzate, le mamme, sono lì a incitarli. Urlano, fischiano e fanno sentire il loro calore come possono.

Poco prima della partenza da piazza del Teatro si spengono le luci. L'attesa al buio è ancora più intensa e frenetica per i parenti dei facchini. Poi l'ultimo “Sollevate e fermi” e i primi passi verso l'arrivo.

Da quel momento è tutta una corsa.

I facchini alle corde tirano la Macchina dai lati e il campanile di luce avanza inesorabile verso la meta.

In cima alla salita manca ancora uno sforzo, c'è l'ultima curva. E' strettissima. Fiore del Cielo sembra sfiorare i palazzi.

Quella striscia luminosa che si intravedeva appena da piazza del Teatro ora sovrasta tutto e tutti. E' immensa, imponente, bellissima.

La piccola Rosa che la domina da lassù sembra guardare in basso e sorridere compiaciuta ai suoi coraggiosi cavalieri, i facchini, che ancora una volta l'hanno portata in trionfo per le vie di Viterbo.

Sandro Rossi lancia gli ultimi ordini al suo esercito bianco e rosso. Qualche assestamento per posizionarsi bene sopra ai cavalletti. I facchini si abbassano ed escono fuori. E' fatta.

L'ultimo urlo corale è sempre per lei, per la piccola grande patrona di Viterbo: "Evviva Santa Rosa".

Ora c'è spazio solo per i festeggiamenti. Sudore, lacrime di commozione e spumante scorrono a fiumi sotto la Macchina. E' una gioia scomposta ma intensa.

Gli occhi dei facchini passano rapidi tra la gente della gradinata per incontrare lo sguardo di chi amano.

Uno di loro fa appena in tempo a togliersi il ciuffo e asciugarsi la fronte dal sudore, poi corre subito incontro alla sua fidanzata. Nessuna parola, solo un bacio e un abbraccio fortissimo.

La fatica è stata immensa, ma ne è valsa la pena. Come sempre. Anzi, forse ancora di più del solito, visto che quest'anno il trasporto è stato a dir poco perfetto. Senza tentennamenti fino alla fine.

Sandro Rossi è fiero dei suoi ragazzi. Mecarini non riesce a contenere la gioia. Granziera sorride soddisfatto.

La presidente della Regione Polverini, che ha seguito il trasporto a pochi passi dai facchini, è esterefatta: "Ho i piedi sporchi di terra - dice sorridendo - ma ne è valsa la pena. E' qualcosa di eccezionale che non so nemmeno descrivere".

Del resto l'emozione del trasporto è proprio così. Ogni volta unica, favolosa e indescrivibile.


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