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Viterbo - Scrive Maria Antonietta Coccia
Animali moribondi alla fiera, un'indecenza
Viterbo - 6 settembre 2010 - ore 4,30

Riceviamo e pubblichiamo - Che delusione quest’anno la fiera di Santa Rosa. Molti diranno, come tutti gli anni alla fiera alla fine sono sempre le stesse cose.

Invece no, io che sono un’attenta “ammiratrice“ della nostra cara fiera perché amo andare in cerca di carabattole, gingilli e giocarelli come si dice a Viterbo. Osservo. Quest’anno poche bancarelle e rade e la cosa che mi ha lasciata più triste è vedere sempre quei poveri animali in vendita morti o morenti in alcune gabbie. Dovrebbero esserci dei controlli.

Come vengono tenute queste povere creature che fanno viaggi per giorni e giorni in quelle condizioni. Per fortuna non li trattano tutti male ma la legge che li tutela dovrebbe esser fatta rispettare dalla polizia ecozoofila e dai vigili urbani, ispezionando anche dentro ai camion quanti animali in fin di vita o già morti ci sono e soprattutto controllare chi li vende.

Oggi mi sono sentita rispondere da un ambulante, come l’anno prima, sempre lo stesso “no signora non è morto, dorme!“ Così si aggiunge anche la presa in giro a chi, compra o sta per comprare per 5 miseri euro una di quelle povere creature.

Vedendo la mia insistenza e quella di un’altra signora con la bambina, l’ambulante ha preso il piccolo papero e lo ha fatto mettere da l’aiutante dentro ad una scatola nel furgone. Non ho resistito gli ho detto di vendermelo a quel punto mi ha detto “signò glielo regalo“ lo ha fatto impacchettare e di corsa con mia nipote lo abbiamo portato a bere ad una fontanella.

Non è servito, la povera bestiola era ormai spacciata e con la testina ciondoloni è spirato nella mia mano dopo pochissimi minuti.

L’ho portato all’ambulante che si è giustificato dicendo “Signò e quelli muoiono durante la giornata è così, non si sa quanti“. Erano ammucchiati in 40 – 50 in una gabbia al sole e con un misero e piccolo abbeveratoio in tutti. Idem criceti e altri animaletti di piccola taglia, non contando poi pesci rossi ammassati e tartarughine che la gente compra ai propri figli pensando che rimangano di quelle dimensioni.

Molte persone purtroppo comprano ancora animali pensando a dei giocattoli per poi tornare a casa e dopo nemmeno una settimana accorgersi che “Oh ma sporca bisogna darlo via o abbandonarlo“. Oppure dopo qualche anno che la cara minuscola tartarughina è cresciuta e va buttata da qualche parte. Insomma impariamo a rispettare ed a far rispettare la vita. Che tristezza per me e la mia nipotina di otto anni.

Maria Antonietta Coccia


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