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Omicidio di Capodimonte - Ascoltata in aula la ex dell'imputato
"Melaragni non è stato violentato"
Viterbo - 5 aprile 2011 - ore 3,50


Settimio Melaragni
Daniela Nicoleta Hatmanu
- "Melaragni non è stato violentato".

A dichiararlo è M.S., la donna romena che, quattro anni fa, ebbe una relazione con Settimio Melaragni, l'agente immobiliare 57enne di Capodimonte alla sbarra per l'omicidio della sua ex Daniela Nicoleta Hatmanu.

M.S. è stata sentita come teste ieri mattina, nel processo con rito abbreviato a carico di Melaragni, iniziato il 7 febbraio scorso. Davanti al gup del tribunale di Viterbo Franca Marinelli, ha smentito lo stupro subito dal suo ex compagno nel 2007.

"Eravamo insieme, la notte tra il 12 e il 13 ottobre di quattro anni fa - ha raccontato la donna -. Siamo stati bene, abbiamo fatto l'amore. Non c'è stata nessuna rapina. Melaragni non è stato stuprato dai ladri. Non è entrato nessuno in casa".

Sarebbe stato proprio l'episodio della rapina con violenza a terrorizzare l'immobiliarista al punto da spingerlo a installare un accurato sistema di allarme, a richiedere il porto d'armi e a comprare una pistola, la Beretta 9 per 21. Proprio quella con cui Melaragni, il 31 gennaio 2008, sparò alla sua compagna Daniela Nicoleta Hatmanu.

L'allarme antifurto, racconterà  Melaragni agli inquirenti, aveva iniziato a suonare in piena notte. L'uomo si svegliò in preda al panico, temendo una nuova rapina.

Quando vide un'ombra nel buio avanzare verso di lui, prese l'arma e fece fuoco. Ma stavolta non erano i ladri. Era Daniela, la sua donna, che fino a pochi minuti prima dormiva accanto a lui e che si era alzata dal letto, forse per andare in bagno. I due proiettili la raggiunsero a una gamba e al torace, uccidendola all'istante. Per l'immobiliarista si aprirono le porte del carcere Mammagialla, con l'accusa di omicidio volontario.

Secondo la difesa, la versione di M.S. non è credibile. "La donna aveva tutto l'interesse a negare che Melaragni fu violentato - spiega l'avvocato dell'immobiliarista, Riziero Angeletti -. Il mio cliente, in passato, la denunciò perché riteneva che fosse complice dei suoi rapinatori, romeni come lei e che, probabilmente, la conoscevano".

La storia tra Melaragni e M.S. finì la mattina del 13 ottobre 2007, poche ore dopo la presunta violenza e rapina. Lei se ne andò di punto in bianco, senza dare spiegazioni. Melaragni la denunciò poco tempo dopo.

Durante la sua deposizione, la donna sarebbe più volte caduta in contraddizione, tacendo su alcune circostanze e non riuscendo a spiegarne altre.

Un fatto che ha giocato a tutto vantaggio della difesa, legittimando i dubbi dell'avvocato Angeletti sull'attendibilità del teste.

Alla prossima udienza, fissata per il 6 giugno, ne saranno ascoltati altri sei, quattro dell'accusa, rappresentata dal pm Renzo Petroselli, e due della difesa, quasi tutti vicini di casa di Melaragni.


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