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Processo Gradoli - Ala racconta la sua storia con Esposito - Video - Fotocronaca
"Tania mi spingeva nel letto di Paolo"
di Stefania Moretti
Viterbo - 20 febbraio 2011 - ore 2,30


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Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli

La deposizione di Ala in aula
L'imputata Ala Ceoban si commuove in aula
"Tania mi spingeva ad andare a letto con Paolo".

A dichiararlo è ancora Ala Ceoban, imputata al processo Gradoli, con l'accusa di aver ucciso sua nipote e sua sorella, insieme all'amante Paolo Esposito.

La rivelazione arriva, inattesa, nella seconda parte dell'udienza di ieri.

Dopo la prima raffica di domande sugli sms scambiati con Esposito, il pm Renzo Petroselli cambia argomento. Vuole scavare nella vita di Ala. Strapparle quelle parole che lei non gli ha mai detto. Perché Ala si è sempre avvalsa della facoltà di non rispondere. E questo è come se fosse il primo interrogatorio, per lei. Il primo vero confronto con la pubblica accusa.

Una delle prime cose che Ala dice, è che fu Tatiana a spingerla nel letto di Paolo.

"Da quando sono venuta in Italia, a diciott'anni, nell'aprile 2003, Tania non faceva altro che dire che era stanca, che non ce la faceva con la famiglia e col lavoro. Sospettava che mezza Gradoli fosse andata a letto con Paolo. E, piuttosto che un'altra, preferiva che ci andassi io. Così rimaneva tutto in famiglia. Tipo Beautiful".

Un argomento non certo facile. Ma Ala ne parla con naturalezza. La voce dolce, l'accento moldavo che plasma ogni sua parola. Non sembra preoccupata. Ha ceduto solo per un attimo alle domande sferzanti del pm, quando, dopo un'ora di deposizione, ha lasciato sfogare la tensione in un pianto liberatorio. Tempo mezz'ora ed era di nuovo lei. Lo sguardo fermo e freddo. Pronta a continuare.

"Tatiana ci faceva fare tutto insieme, a me e a Paolo. La spesa, le vacanze. Ci ha fatto andare insieme anche a comprare il letto per la loro camera". Ma tra lei ed Esposito, assicura, non c'è stato niente fino al 2006.

"E lei ha resistito fino a quell'anno?", se ne esce, spontaneo, il giudice Pacioni, strappando un sorriso al pubblico in aula. "Sì - risponde Ala, seria -. Nel 2006 è nata la storia con Paolo e ho rotto definitivamente con Tatiana".

Le due sorelle hanno litigato a Natale. Tatiana voleva che Ala denunciasse Paolo, mentendo sulla sua età. Dicendo che era minorenne e che lui si era approfittato di lei. Ma Ala, ovviamente, non lo fece.

"Ma se era Tatiana ad averla spinta tra le braccia di Paolo, perché non le ha raccontato della vostra storia?" chiede il pm. "Perché non ho avuto il coraggio", ammette Ala, tra le risatine maliziose del pubblico. Paolo segue in silenzio tutta la deposizione. Sguardo fisso su Ala e mani incrociate davanti alle labbra.

Il pm cambia argomento e stringe sul 30 maggio. Il giorno della scomparsa di Elena e Tania. Vuole ricostruirla ora per ora, quella giornata.

E' sabato e Ala non lavora. La mattina parte da Santa Fiora con il bus per Piancastagnaio. Da qui ne prende un altro fino ad Acquapendente, dove arriva alle 12,40. C'è Esposito ad aspettarla.

"Non avevamo programmi - dice -. Ci eravamo dati appuntamento alla fermata del bus. Lui è rimasto poco, in macchina con me. Un quarto d'ora appena. Mi ha detto che doveva andare a pranzo dai suoi con la sua bambina". Paolo va. Lei rimane sola. Mangia un panino al bar e lo aspetta fino alle 14.

"Per lui era una giornata impegnativa. Doveva lavorare tanto. Mi disse di non prendere l'autobus, nel pomeriggio. Mi avrebbe riaccompagnata lui a Santa Fiora". Ma c'è un cambio di programma. Paolo lascia sola Ala di nuovo, alle 14,30 e torna a prenderla ad Acquapendente verso le 18. Ha da fare. Talmente tanto che non può riaccompagnarla a Santa Fiora. Ala deve rimanere a Gradoli e passare la notte con lui a Cannicelle.

Nessun problema, però. Elena aveva detto a Paolo che, quella sera, sarebbe andata a Roma con Tatiana. "Forse per il passaporto", suppone Ala. Ma dove lo avrebbe rinnovato Tatiana il passaporto, di sabato sera? Ala non lo sa e non le interessa. Esposito le aveva detto questo e questo le bastava.

Nel tragitto Acquapendente-Gradoli telefona alla signora per cui lavora come colf, per avvertirla che prenderà un giorno di vacanza in più. Arrivano a Cannicelle intorno alle 19,30.

Paolo la lascia davanti al garage e le apre la porta. Poi va via, a cena dai suoi e ritorna alle 22,20.

Quello che è successo dopo, nessuno lo sa. L'udienza si è interrotta sul più bello, alle 14, quando i giudici hanno sciolto la seduta.

Venerdì prossimo Ala dovrà raccontare cos'è accaduto in quelle tre ore scarse, in cui è rimasta nella villetta di via Cannicelle. Sola o forse con qualcuno.


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Viterbo - 19 febbraio 2011 - ore 17,30


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