- Disastro ferroviario di Civita, chieste le pene.
Questa mattina il pm Stefano D'Arma, nella sua requisitoria, ha chiesto le pene per i sei imputati, coinvolti nel disastro ferroviario di Civita Castellana del dicembre 2003: tre anni e sei mesi per Gennaro Maranzano, ex direttore di esercizio della Metro Roma, tre anni: per Umberto Montanari, dirigente del servizio ferroviario per la tratta Roma-Viterbo; Menicacci, capo operaio; Lombardini dirigente degli impianti e degli armamenti; Claudio Camillo.
Inoltre, D'Arma ha chiesto due anni e due mesi per Rodolfo Ronconi, coordinatore della gestione amministrativa del personale.
L'udienza si è aperta con l'ascolto di due imputati: Ronconi e Camillo, quest'ultimo responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Nodo da sciogliere è quello relativo alla normativa da applicare, in merito alla sicurezza sul lavoro, in quanto l'incidente, in cui persero la vita Alberto Proietti 44enne di Magliano Sabina e Angelo Fantera, capotreno di 36 anni, è avvenuto nell'esercizio dell'attività lavorativa.
Le norme a cui si fa riferimento sono la legge 626 che prevede una serie di incombenze a carico del datore di lavoro per la sicurezza dell'attività stessa e il regolamento di esercizio.
Proprio il fatto che l'incidente è avvenuto quando il treno era in corsa ha fatto emergere il dubbio sull'applicabibilità dell'una o dell'altra norma.
L'udienza si è conclusa con l'intervento dell'avvocato Luca Conti, legale degli eredi di Proietti, che si è soffermato, tra l'altro, sui controlli sulla velocità dei convogli e sulla duplicazione delle chiavi di manovra.
Al termine, il legale ha chiesto la condanna al risarcimento dei danni per tutti gli imputati e per Metro Roma.
Il collegio dei giudici, composto da Italo Ernesto Centaro, Salvatore Fanti e Franca Marinelli, ha fissato la prossima udienza per il 18 marzo quando saranno ascoltate le restanti parti civili e le difese degli imputati.
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