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Omicidio di Capodimonte – Perquisita l’abitazione dell’immobiliarista accusato del delitto, a tre giorni dall’udienza davanti al gup
Carabinieri in casa di Melaragni
Viterbo - 5 febbraio 2011 - ore 3,25

Daniela Nicoleta Hatmanu
Settimio Melaragni
Settimio Melaragni durante un sopralluogo nell sua casa
La casa di Settimio Melaragni
- Carabinieri a casa di Melaragni.

È scattata ieri in mattinata la perquisizione dei militari del nucleo investigativo di Viterbo a casa di Settimio Melaragni, immobiliarista 56enne di Capodimonte.

L’uomo era stato arrestato il primo febbraio di tre anni fa per l’omicidio della 37enne romena Daniela Nicoleta Hatmanu, sua amante, uccisa con due colpi di pistola.

I militari, autorizzati dal pm Renzo Petroselli, avrebbero passato al setaccio l’abitazione di Melaragni e le sue due agenzie immobiliari, sequestrando un computer e alcuni documenti. Proprio a pochi giorni dall’udienza davanti al gup, fissata per il prossimo 7 febbraio, che segnerà la riapertura di una vicenda giudiziaria rimasta ferma per molti mesi, a causa di un errore procedurale.

Il giorno del delitto la vittima, residente a Palermo dove lavorava come badante, era andata a Capodimonte a trovare Melaragni, che le aveva proposto di trasferirsi da lui, offrendole anche un impiego in una delle sue agenzie immobiliari. La donna, però, aveva rifiutato.

I due avevano dormito insieme, a casa di Melaragni. Finché, nel cuore della notte, come raccontato dall’uomo agli inquirenti, non era stato svegliato di soprassalto dall’allarme della sua abitazione. Preso dalla paura, Melaragni impugnò la sua Beretta 9 per 21 e fece fuoco contro un’ombra nel buio, pensando si trattasse di un ladro. Invece era Daniela, che si era alzata dal letto probabilmente per andare in bagno, ma Melaragni disse di non essersene accorto.

Solo qualche giorno dopo il suo arresto l’immobiliarista raccontò al magistrato Laura Centofanti (ora sostituita dal collega Petroselli) di aver comprato quella pistola qualche mese prima. Esattamente a ottobre. Dopo essere stato drogato e violentato da due uomini introdottisi in casa sua per rubare. La paura che l’episodio potesse ripetersi era stata talmente tanta che per Melaragni fu un attimo prendere la pistola e premere il grilletto.

Daniela fu colpita da due proiettili. Uno la ferì a una gamba. L’altro le attraversò il torace, arrivando dritto al cuore. Un terzo proiettile si conficcò in una parete della camera da letto.

Il gip Gaetano Mautone, dopo l’interrogatorio di garanzia, sostituì la custodia cautelare in carcere con i domiciliari. E così, per Melaragni, iniziò una vicenda giudiziaria stoppata bruscamente, diversi mesi fa, da un vizio di forma, che ha imposto il ritorno davanti a un nuovo gup. L’udienza è stata fissata per lunedì.


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