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Corso Italia nell'abbandono - Padula, Jacchia, Pagnanelli e Rossi replicano all'assessore Giovanni Arena
Buche, degrado e lavori inutili: questa è Viterbo
Viterbo - 14 gennaio 2011 - ore 2,45

Immondizia al Corso Italia
Cavi sulle facciate dei palazzi
Fili scoperti al corso
I nuovi cestini della spazzatura segnati con lo spray sul muro
Riceviamo e pubblichiamo - Gentilissimo direttore,

ho letto la piccata risposta dell'assessore Arena al signor Jacchia (che peraltro conosco e stimo come persona saggia e che non parla a vanvera).

Non ho potuto fare a meno di pensare ai "gioielli" che ornano Corso Italia e le mando qualche foto in proposito da cui si evince che:

- i cavi interrati restano un pio desiderio. Intanto continuano a fare bella mostra quelli sui muri e, a maggior spregio, anche i tubi in plastica rossi che sono lì da quasi due anni come a dire "prima o poi ci useranno";

- come ho già ricordato, ho vinto la scommessa morale con il suddetto assessore circa la tenuta dei sampietrini del Corso e le mando la foto di una buca fresca fresca (al lui il piacere di andare a cercarla per rattopparla con l'asfalto, così come ha fatto con quella precedente);

- va bene sostituire e aumentare i cestini per le cartacce, ma una domanda sorge spontanea: A cosa serve fare la croce o il pallino arancione sulle facciate dei muri in prossimità dei cestini stessi? Forse non sono abbastanza visibili? O sono i segni di riconoscimento per il tipo di rifiuto che ci va messo (esempio: croce = buste dei semi di zucca, pallino = bucce dei mandarini).

Al di là delle battute resta l'attenzione del tutto insufficiente per l'arredo e il decoro urbano di una città bella come Viterbo.

Con immutata stima,

Antonio Padula

P.S.: intanto le buche nelle strade di Pianoscarano restano tutte, anzi peggiorano...


Caro assessore,

lungi da me a fare sterili polemiche come lei mi ha accusato, oggi facendo un percorso diverso, passando cioè dall'inizio del Corso, effettivamente ho notato l'installazione dei nuovi cestini portacarta e non le nascondo che sono molto belli e me ne compiaccio, però come dalle mie foto allegate, sperando che vengano pubblicate, si nota ancora la mancanza di alcuni cestini, visto che si tratta di sostituire il vecchio con il nuovo, almeno il vecchio doveva essere al posto suo già da tempo e non lasciare i cittadini e i turisti la possibilità di tenersi le cartacce in tasca o portarle a casa per buttarle o nelle peggiori delle ipotesi gettarle in terra.

Per quanto riguarda i lavori di pavimentazione e interramento delle linee Telecom, Enel etc. non mi permetto di criticare il lavoro svolto anzi sono stato molto contento, anche se purtroppo ad oggi molte linee aeree sono ancora rimaste ma questo non è assolutamente colpa del Comune bensì dei tempi biblici delle ditte che effettuano questi lavori.

Le caditoie in via della Volta buia, mi spiace smentirla ma non sono pulite con regolarità, anzi le posso dire anche che la caditoia situata in Corso Italia davanti al civico n 18 (che è intasata in maniera impossibile, ma non in superficie, al tempo dei lavori della pavimentazione, ci hanno provato a pulirla pure gli operai della ditta Chiavarino ma senza esito, e se ricorda bene le avevo sollecitato il problema proprio durante lo svolgimento dei lavori) con due goccie d'acqua piovana si riempie immediatamente e se invece di due ne fa quattro o cinque di gocce? il Corso diventa un ruscello e sappiamo tutti l'intensità delle ultime piogge.

Comunque tengo a precisarle che i ratti non provengono solo dai magazzini abbandonati come afferma lei, ma anche dalle caditoie mal mantenute.

La pulizia delle caditoie, come presumo affermi lei, consiste nel pulire i piattini situati sotto le feritoie, invece alcuni, in special modo quello al civico 18 necessita di una pulita più in profondità.

Come diceva una canzone anni fa: "Si può fare di più"

Caro assessore sperando che questa mia risposta sia solamente una critica costruttiva, cordialmente e con amicizia la saluto e rinnovo la stima per il suo impegno.

Alberto Jacchia


Ho rinunciato poco tempo fa a scrivere al giornale per una serie di motivi che non elenco per paura di annoiare.

Ma stamattina, dopo esser ritornato da un viaggio in un altro paese civile, ho letto la risposta dell'assessore all'ambiente e ai lavori pubblici Giovanni Arena e non ho potuto fare a meno di notare, ahimè ancora una volta, come il modo di comunicare dell'assessore sia condito da modi e da aggettivi tutti incentrati alla risoluzione immediata del "conflitto" (in termini comunicativi) senza diritto di replica.

Io credo che nei capitoli di spesa del Comune ci siano una serie dei seminari di scortesia e di protervia nei confronti dei cittadini comuni (in definitiva i datori di lavoro di "costoro") di contro non vengano pianificati corsi di comunicazione, di motivazione e di oggettivo realismo.

Non mi riferisco al motivo del contendere, al Corso Italia quale gioiello da mostrare come termometro della nostra città, ma al modo con il quale questo signore risponde a chi, legittimamente può non essere d'accordo con le scelte e con la routinaria amministrazione del quotidiano.

Per fare un esempio, veniamo da una giornata campale, una di quelle che si ricordano per diverso tempo, dove una cisterna di gas, si ribalta in un punto "x" della città, alle 13 di un giorno qualsiasi e da quel momento in poi la città impazzisce come quando una persona scompiglia le formiche ordinate in una fila verso un obiettivo riconosciuto.

Una città bloccata, impazzita, in preda ad ogni sorta di follia, con persone incapaci di capire cosa fosse successo e come agire per poter far ritorno alla propria abitazione.

Premetto, trattasi di evento eccezionale, come spesso accade in questa ridente cittadina di provincia.

In effetti:
- spesso si rovesciano temporali eccezionali che in inverno sono difficilmente prevedibili e che allagano sottopassi e vie
- spesso le strade si riempiono di buche che il tempo, anch' esso difficile da combattere, amplifica in magnitudo e distribuisce randomicamente; 
- spesso si costruiscono rotatorie il cui raggio di curvatura è inferiore a quello della maggior parte dei camion che le frequentano (vedi Teverina)
- eccezionalmente si trovano zone della città in uno stato di degrado da terzo mondo;
- eccezionalmente si cambiano i sensi unici di un quartiere sovrappopolato rispetto alla propria viabilità, solo in funzione di un esercizio commerciale; 

- eccezionalmente si spendono soldi pubblici per opere di secondaria importanza (pista pedonabile su strada bagni mi sembra possa essere un esempio riportabile secondo il numero di articoli comparsi sul giornale);

- spesso degli alberi secolari vengono potati alla "viva il parroco" solo per estinguere il problema alla "radice"...

Insomma, dopo aver percorso, con estrema difficoltà, la Cassia nord (fate attenzione trattasi di un tratturo di campagna estremamente pericoloso, dove circolano talenti muniti di Suv e fenomeni dotati di camion) e il Poggino, ahimè senza 4x4, ma sarebbe consigliabile ed auspicabile a chi voglia avventurarsi nella nota zona industriale della città, sono finalmente riuscito ad arrivare in centro, a vedere i "bellissimi gettacarte" in ferro battuto con scritta e portacenere, su un manto livellato di sanpietrini (molto poco diverso da quello che c'era cinque anni fa... ma quella delle priorità delle spese è un'altra storia...).

Sono stato definito dall'assessore un distratto (anche se potevo mappare con coordinate geografiche tutte le buche della mia amata città) e con la presente non desidero assolutamente replicare al menzionato rappresentante della giunta comunale.

Con questa missiva volevo oltreciò dimostrare che il dissenso ancorché fastidioso, ostinato e ripetuto, purtroppo esiste e in una città di queste dimensioni dovrebbe essere il termometro dell'abilità che possediamo nell'adempimento dell'incarico pubblico che rivestiamo. Il dissenso esiste e può essere costruttivo specie se affrontato con la cortesia e con un po' di ironia.

Ah dimenticavo che personalmente ho visto uscire un topo da una di quelle cose quadrate di ghisa che sono orizzontali alla strada e sotto c'è la fogna, non so come si chiamano ma sicuramente non si tratta di magazzini...

Buona giornata, esco a piedi.

Bruno Pagnanelli


Gentilissima redazione,

dopo aver letto ciò che ha scritto il signor Jacchia, purtroppo assisto anche io da mesi al degrado ambientale di questa bella città, e non riesco a capire come sia possibile che nessuno possa fare nulla.

Dissento con quanto affermato dal nostro assessore Arena, poiché proprio poco tempo fa mi trovavo a passeggio con mia moglie nella traversa di fronte al Gran Caffé Schenardi che porta verso piazza dei Caduti, e in mezzo a sacchi di immondizia non raccolti abbiamo sorpreso due ratti che di corsa si sono rifugiati in un tombino.

Non si tratta più di dire "che peccato!", si tratta di igiene, di pericolo per le persone che non rispettano più la nostra città. Nel nostro quartiere Ellera c'è un giardino pubblico trasformato in uno pseudo parcheggio per la scuola grazie a grandi macchine che hanno danneggiato il verde pubblico sotto gli occhi impassibili dei vigili urbani.

Ormai è pieno di fango e con le piogge arrivano topi, cattivi odori, zanzare. Casi simili ce ne sono a bizzeffe e forse sarebbe ora che la nostra amministrazione la smettesse di negare l'evidenza e si assumesse le proprie responsabilità.

Angelo Rossi


Viterbo - Corso trascurato - L'assessore Arena replica a Jacchia
I topi escono dai magazzini, non dalle caditoie
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Viterbo - Lettere - Scrive Alberto Jacchia
Corso Italia nel degrado
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