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Processo Gradoli - La difesa tira in ballo un biglietto che Tatiana avrebbe lasciato a Elena sulla scrivania
"Prendi le chiavi di casa, poi ti spiego"
Viterbo - 14 gennaio 2011 - ore 14,35

Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli
Tatiana Ceoban, la donna moldava scomparsa il 30 maggio 2009 con la figlia
Elena Ceoban, scomparsa insieme alla madre Tatiana il 30 maggio
Ala Ceoban, imputata
Paolo Esposito, imputato
L'avvocato di Ala Pierfrancesco Bruno
L'avvocato di Esposito Enrico Valentini
L'avvocato di Esposito Mario Rosati
L'avvocato di parte civile Luigi Sini
L'avvocato di parte civile Claudia Polacchi
Il pm Renzo Petroselli
La corte
- "Prendi le chiavi di casa, poi ti spiego".

Sarebbe questo, a detta dell'avvocato Mario Rosati, il contenuto del bigliettino tirato in ballo dai legali di Paolo Esposito, durante l'ultima udienza del processo Gradoli.

Sullo stesso biglietto, trovato sulla scrivania di Elena, Rosati aveva chiesto spiegazioni a uno dei testimoni ascoltati questa mattina, il maresciallo Fortunato Casile, comandante della seconda sezione del reparto investigativo dei carabinieri di Viterbo.

Casile partecipò al primo sopralluogo nella villetta di Cannicelle, dove Esposito viveva con la figlia, oltre che con Elena e Tatiana, madre e figlia scomparse da Gradoli a maggio 2009.

Al maresciallo risulta che, durante la perquisizione della stanza di Elena, fu trovato un messaggio che Tatiana aveva scritto per la figlia. Sul contenuto, Casile non ha saputo dire nulla. Ma, secondo l'avvocato Rosati, in quelle poche righe era scritto più o meno così: "Prendi le chiavi di casa, poi ti spiego".

Un appunto che la difesa di Esposito ritiene estremamente significativo. Soprattutto perché, nell'ottica dei legali, potrebbe essere la prova del progetto di fuga di madre e figlia. "E' stato lasciato in bella vista sulla scrivania - spiega Rosati -. Improbabile che fosse risalente ai giorni precedenti il 30 maggio". Sul biglietto, però, manca la data. Né è stata mai fatta una perizia calligrafica per sapere se fu davvero scritto da Tatiana. E, infine, nessuno sembra essersi posto il problema di quali fossero (e soprattutto di dove fossero) le chiavi in questione.

Gli avvocati di parte civile Luigi Sini e Claudia Polacchi non conoscevano il contenuto del biglietto. In ogni caso, non gli hanno dato peso e l'udienza è proseguita fino al primo pomeriggio. Incentrata, per lo più, sul cellulare in cui Elena ricevette l'ultima chiamata dalla madre il 30 maggio e sulla telecamera che Tatiana avrebbe comprato all'Unieuro il giorno della scomparsa. Telecamera che non fu mai sequestrata e che la corte ha chiesto di esibire alla prossima udienza del 21 gennaio.


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