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Un anno di Marco Mengoni
Lunga vita al Re!
di Stefania Moretti
Viterbo - 1 gennaio 2011 - ore 2,25

Marco al provino di X-Factor
Una delle esibizioni di Marco a X-Factor
Il concerto alla discoteca 2 Cigni, prima della fine del talent show
Il concerto a Ronciglione
Il concerto all'Arena Valle Faul
- C’è chi non vede l’ora di archiviare il 2010 e guardare avanti. Lui invece, all’anno appena concluso, deve molto. Perché in dodici mesi tutti i suoi sogni si sono avverati.

Marco Mengoni non poteva chiedere di più all'anno vecchio. La sua buona stella lo ha accompagnato dall’inizio alla fine, segnando le tappe di una carriera appena avviata, ma già luminosa.

Per lui il 2010 è stato l’anno del debutto e, insieme, della consacrazione. Coronato da una serie di traguardi raggiunti a un ritmo spasmodico. Un'ascesa rapida, continua e inarrestabile.

Che le premesse per un grande successo c’erano tutte, era chiaro già dall’anno precedente. Il 2009. Che per Marco ha significato essenzialmente una cosa: X-Factor.

Al talent show di Rai2 il cantante ronciglionese aveva partecipato per gioco. Senza pensare di poter arrivare in finale. Né di sbaragliare la concorrenza e aggiudicarsi la vittoria. E invece Marco ce l'ha fatta due volte. Prima, portando a casa un megacontratto discografico da 300mila euro. Poi, dimostrando di saper fare di X-Factor l'occasione della sua vita. Un trampolino di lancio potentissimo dal quale spiccare il volo per spingersi più in alto possibile. Lontano anni luce da Ronciglione.

Marco non è una nebulosa destinata a spegnersi. La sua storia non finisce con un programma televisivo. Semmai, inizia. E non è la solita solfa del vincitore di talent che scompare dopo un mese. E' la favola di un ragazzo normale. La prova vivente che il talento esiste. Ha lunga vita. E brilla di luce propria.

I numeri per sfondare li ha. Si vedono e, soprattutto, si sentono. Una voce che conosce tutte le modulazioni. Una presenza scenica invidiabile. Due occhi che fanno sciogliere le ragazzine. E una grinta che indossa come un vestito. Da sfoderare sul palco e riporre dopo. Quando le luci si spengono e il concerto finisce.

Un poker d'assi perfetto, che Marco porta con sé anche sul palco dell'Ariston. Perché il 2010 è l'anno di Sanremo. E il festival è un'ulteriore conferma delle sue potenzialità. Oltre che del fatto che non bisogna sempre vincere per essere i migliori.

Poco importa aver ottenuto un magro terzo posto, dietro a Pupo e Valerio Scanu. Marco ha vinto il suo festival di Sanremo quando ha duettato con i Solis String Quartet. Una performance da brividi. Rimasta nel cuore di chi lo segue da sempre. Così come la sua voce, che quella sera era un violino tra i violini. Capace di prendere una canzone banale come “Credimi ancora” e renderla indimenticabile.

Tutti gli altri “sfizi”, Marco se li toglie dopo. I dischi di platino con i suoi Ep. Il premio Man of the Year ai Trl Awards. Il Best Italian Act agli Europe Music Awards, sugello europeo del suo successo. Ma niente lo appaga come il suo tour. Il primo. Che da giugno a settembre lo porta in giro per l'Italia, tra un sold out e l'altro. Leggere l'emozione negli occhi dei fans lo ripaga delle fatiche di un anno intero. Un 2010 passato a provare provare provare e a girare da una parte all'altra d'Italia. Tra negozi di dischi e studi televisivi.

Loro, i fans, specie quelli in prima fila, sono sempre gli stessi. Una grande famiglia che, puntualmente, si ritrova sotto il palco del Re Matto. Occhi lucidi e zaino in spalla. Vengono da ogni dove solo per ascoltarlo dal vivo. E ogni volta è come la prima.

Per Marco il Capodanno migliore non poteva che essere in piazza con loro. A Napoli. Ancora una volta sul palco. Per salutare la fine dell'anno vecchio e l'inizio di quello nuovo.

Un concerto che suona come un augurio di lunga vita al Re e alla sua carriera. Che sia sfolgorante nel 2011 come lo è stata nel 2010.

Auguri Marco!


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