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Giallo di Gradoli - La figlia di Esposito al padre, durante una telefonata
"Dimmi dov'è la mamma"
Viterbo - 26 gennaio 2011 - ore 4,50

Paolo Esposito
- "Ma quando me la mandi la foto?". "Quando mi dici dov'è la mamma". "Chiedilo alla nonna Elena, lei lo sa". "No, tu lo sai".

Questo si sarebbero detti, qualche giorno fa, al telefono, Paolo Esposito e la sua bambina, avuta otto anni fa dalla relazione con Tatiana Ceoban, la donna scomparsa da Gradoli a maggio 2009.

Il contenuto della telefonata sarebbe emerso nell'udienza di ieri mattina alla Corte d'Appello minorile di Roma, davanti alla quale i legali di Esposito, Mario Rosati ed Enrico Valentini, avevano impugnato il decreto del Tribunale dei minori con cui la bimba fu trasferita a Bologna a settembre 2010.

Durante l'udienza sono stati ascoltati alcuni assistenti sociali e lo stesso Paolo Esposito.

Sarebbe stato proprio l'elettricista gradolese, accusato di aver ucciso Elena e Tatiana, a riferire ai giudici della telefonata alla figlia.

Aggiungendo che, quanto detto dalla piccola, non era, forse, "farina del suo sacco".

In altre parole, il timore di Esposito è che la sua bambina sia condizionata dalle persone che le sono più vicine: la donna alla quale è stata affidata è la nonna materna Elena Nekifor, che vive a Bologna.

Entrambe, a detta di Esposito, potrebbero averla "plagiata". Aizzata contro di lui. Una tesi che la difesa di Esposito sostiene da sempre e che la nonna, rappresentata dall'avvocato di parte civile Luigi Sini, categoricamente respinge.

Prossima udienza il 15 marzo.


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