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Viterbo - I sindacati lanciano l'allarme - La cassa integrazione sta per finire e i politici restano a guardare
Crisi, edilizia in ginocchio
di Francesca Buzzi
Viterbo - 2 gennaio 2011 - ore 2,25

Fabio Turco della Filca-Cisl
- Crisi, l'edilizia è in ginocchio.

La cassa integrazione è agli sgoccioli, non ci sono nuove opere in partenza e la classe politica fa poco o niente per dare una smossa al settore.

Il bilancio del 2010 stilato dai sindacati viterbesi del settore parla chiaramente di una crisi profonda e di una preoccupazione costante per il 2011.

“I problemi sono iniziati già nel 2009 – dice Fabio Turco della Filca Cisl – e nel 2010 si sono aggravati. Le imprese, infatti, hanno potuto ricorrere in un primo momento alla cassa integrazione e sono quindi riuscite a tamponare le perdite maggiori. Ora però gli ammortizzatori sociali stanno finendo, o sono già finiti del tutto, e il prossimo passo non può che essere il licenziamento del personale dipendente”.

Parte della responsabilità, secondo i sindacati, ce l'hanno i politici. A livello nazionale, ma anche sul piano locale, infatti, sono state pochissime le decisioni prese per far fronte alla grave situazione occupazionale.

“Nel giugno scorso – continua Turco – abbiamo organizzato gli Stati generali delle costruzioni. Tante furono le promesse da parte delle amministrazioni: dal Comune alla Provincia fino alla Regione, eppure ad oggi non si è mosso niente. Sono rimaste solo le parole al vento, le promesse vane che non sono confluite in niente di serio e concreto”.

Dello stesso parere anche Massimo Guerrini, della Fillea Cgil che per dare un'idea di quanto la crisi sia profonda ricorda la manifestazione congiunta di imprenditori e dipendenti che si è tenuta il primo dicembre a Roma a Montecitorio.

“Se i proprietari delle ditte scendono in piazza al fianco dei loro operai – dice Guerrini – significa che qualcosa davvero non va. La manifestazione del primo dicembre è una fotografia chiara e drammatica di come si sia concluso questo 2010. La politica è immobile e se non si farà qualcosa in breve tempo il settore andrà al collasso”.

Le previsioni per il 2011 sono più che negative. “L'edilizia nel Viterbese ha perso circa 1500 posti di lavoro tra il 2009 e il 2010 – continua Guerrini – e il 2011 potrebbe essere ancora più critico. La cassaintegrazione è quasi terminata e poi questo è uno dei settori che riesce ad attingere di meno agli ammortizzatori sociali. Se il lavoro non c'è, quando un cantiere chiude si tende a licenziare i dipendenti e questo è quello che purtroppo ci aspettiamo accada nei prossimi mesi”.

A mandare avanti il mercato edilizio della Tuscia, al momento, sono solo i privati. Quei pochi privati che ancora riescono ad investire. Dal settore pubblico tutto tace.

“Avevamo buone speranze grazie ai cantieri della superstrada Orte-Civitavecchia e per la Civitavecchia-Cecina – dichiara Francesco Palese, della Feneal Uil -, poi abbiamo ricevuto l'ennesimo stop. Per quanto riguarda la prima i fondi regionali erano stati stanziati, poi tolti ed ora, finalmente, di nuovo riassegnati; per la seconda opera invece il cantiere doveva essere aperto in questi mesi, ma ancora non si è mosso niente”.

La politica dovrebbe intervenire subito, anche a livello locale. “Ci sono piani integrati che giacciono negli uffici della Regione da dieci anni – continua Palese – perché non si fa niente per farli partire? Se alle aziende non si dà uno spiraglio, anche minimo, il comparto edilizio andrà al collasso.

E, ciò che è peggio, è che in una situazione del genere si finisce purtroppo per favorire il lavoro nero. Un disagio in più che infliggerebbe un duro colpo all'economia. Per questo vorrei concludere lanciando un appello all'ispettorato affinché i controlli vengano incentivati e di conseguenza si limitino i danni”.


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