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Lettere - Calanca e Friggi scrivono dopo l'incontro di domenica
Ferento, resistere resistere resistere
Viterbo - 10 maggio 2011 - ore 2,10


Le immagini di Ferento, l'anfiteatro sporco, chiuso e pieno di erbacce
La rete sfindata vicino all'ingresso chiuso
L'erba sugli spalti
Gli escrementi di piccione ricoprono tutto
Uno scopettone abbandonato
I sacchi di immondizia
Due signore guardano sconcertate Ferento ridotto a un "gallinaro"
Riceviamo e pubblichiamo - Uniti per Ferento?

L'interrogativo e d'obbligo.

Come al solito tutti pronti a dire la loro, ma quando poi si tratta di passare ai fatti, ci si ritrova sempre in pochi.

Complice forse il primo vero sole primaverile, domenica mattina 8 maggio, l'incontro davanti al cancello del parco acheologico di Ferento non è stato particolarmente affollato, infatti oltre alla presenza di una rappresentanza dei soci dell'Ecomuseo della Tuscia di Grotte Santo Stefano, si è registrata la presenza di qualche singolo cittadino e di alcuni rappresentanti di un circolo politico viterbese.

Purtroppo, in questi casti si svela spesso il vero lato del nostro modo di fare all'italiana e cioè, tutti pronti a dire e sentenziare su qualsiasi cosa e al momento di passare ai fatti mettendoci la faccia, ognuno torna a coltivare il proprio orticello pensando solo all'eventuale tornaconto personale.

Mentre eravamo a Ferento a discutere su quale potenzialità rappresenterebbero i vari siti archeologici della Tuscia, sono sopraggiunti sul posto alcuni turisti provenienti da Spoleto e due addirittura dall'Olanda, i quali muniti di cartine e guide turistiche, visto il cancello d'ingresso chiuso e il degrado intorno al sito, hanno visto crollare il loro entusiasmo di potre finalmente vedere dal vero, tutto ciò che avevano letto sui resti della città che i Romani chiamavano "Civitas splendidissima" e sono tornati indietro.

Noi dell'Ecomuseo della Tuscia di Grotte Santo Stefano, siamo fortemente convinti che siti come Ferento, possono e devono divetare un'importante fonte di reddito per il territorio, passando da zone degradate a fiore all'occhiello della Tuscia, ed per questo che con la nostra opera cerchiamo di far prendere coscenza alle comunità che ci vivono delle potenzialità che la nostra terra ci offre, anche con incontri come quello di domenica scorsa, che anche se non particolarmente riuscito, non ci scoraggia e ci invita ad andare avanti, rivolgendo la nostra disponibilità di volontari, a collabborare con tutte le istituzioni competenti, indipendentemente dal loro colore.

Restiamo fiduciosi in attesa di un buon esito, dal tavolo di concertazione promosso dagli assessori alla cultura di provincia e comune, che hanno invitato i diretti interessati alla questione Ferento, ai quali vanno i nostri auguri di buon lavoro per iniziare a gettare le basi per la vittoria di Ferento e della Tuscia.

Massimo Calanca
Raffaele Friggi
Ecomuseo della Tuscia di Grotte Santo Stefano


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