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Montefiascone - Presentato dagli assessori Forte e Santucci il progetto regione di inclusione sociale
Migranti, per loro un'accoglienza qualificata
Viterbo - 10 maggio 2011 - ore 19,00


Gli assessori Forte e Santucci
- “Un modello non solo di prima accoglienza, ma anche di integrazione sociale e lavorativa”.

Questo l’obiettivo del Prir-Lazio, il ‘Progetto regionale di inclusione sociale per i richiedenti asilo e per i titolari di protezione internazionale’ presentato oggi dall’assessore alle Politiche sociali e Famiglia, Aldo Forte, nell’ambito della conferenza stampa sulla situazione immigrati nella provincia di Viterbo tenutasi con l’assessore provinciale alla Protezione civile, Gianmaria Santucci, presso la casa accoglienza francescana ‘Raggio di Sole’, che ospita venti immigrati tunisini.

“Un progetto necessario – ha aggiunto Forte – per non lasciarci guidare dalle emergenze, ma rispondere in maniera strutturale al fenomeno, tanto nei casi attuali che riguardano, ad esempio, la situazione del Terminal della Stazione Ostiense di Roma e quella dei profughi libici, quanto in quelli che si presenteranno in futuro”.

“Il progetto – ha spiegato Forte – si articola in due azioni distinte. La prima punta a un’accoglienza qualificata attraverso la predisposizione di alloggi in centri di accoglienza e appartamenti. La loro individuazione avverrà mediante uno specifico bando regionale, a cui tanto gli enti pubblici che privati potranno partecipare presentando le loro proposte di progetto.

Progetti integrati che, alla risposta abitativa, dovranno affiancare attività di formazione e di inserimento lavorativo sulla base delle competenze professionali del rifugiato e di un’analisi della domanda di lavoro sul territorio regionale. A cui far seguire il supporto al reperimento di un alloggio autonomo”.

“Accoglienza, formazione, indipendenza economica”, questo il percorso che il Prir-Lazio intende promuovere “per far in modo – ha continuato Forte – che i profughi costituiscano una risorsa che risponda al fabbisogno di manodopera e non, al contrario, un costo sociale”.

Secondo il Prir-Lazio, inoltre, gli enti dovranno prevedere anche attività di mediazione linguistico-culturale, di tutela legale e di informazione sulla normativa italiana ed europea in materia di asilo e ricongiungimento familiare, nonché servizi assistenziali psicologici e socio-sanitari.

“Questo modello di accoglienza qualificata, però, - ha aggiunto Forte – deve basarsi su dati certi del fenomeno, dati che al momento mancano. Ecco perché la seconda azione prevista dal Prir-Lazio è il censimento dei richiedenti e titolari dello status di protezione internazionale presenti nella nostra regione.

Uno studio quanti-qualitativo, grazie al quale creare una Banca dati con informazioni, ad esempio, sui titoli di studio o sui profili professionali in possesso dei rifugiati nel Lazio. E attraverso cui – ha concluso Forte – ottenere una mappatura esaustiva dei servizi e dei progetti attivati in loro favore”.

“Ho chiesto all’assessore Forte, che ringrazio per la sua disponibilità, di essere qui oggi per fugare ogni dubbio e per illustrare cosa la Regione Lazio sta facendo in merito all’accoglienza degli immigrati – dichiara l’assessore Santucci -.

Considerate le notizie prive di fondamento che ho letto nelle ultime settimane su alcuni organi d’informazione, credo sia opportuno fare chiarezza ancora una volta sui diversi tipi di ingresso in Italia che ci troviamo ad affrontare in questo momento. Fino al 5 aprile scorso sono infatti arrivati degli immigrati, per la grande maggioranza tunisini, che l’Italia ha accolto secondo i dettami dell’accordo Schengen e che sono stati smistati in centri di accoglienza come questo di Montefiascone.

Attualmente qui ci sono una ventina di tunisini, incensurati e già sottoposti in precedenza ai controlli sanitari di rito, tutti ragazzi tranquilli in possesso di un regolare permesso di soggiorno di sei mesi e in cerca di un lavoro. Al momento, e spero di chiarirlo una volta per tutte, non ci sarà alcun nuovo arrivo di immigrati nella Tuscia, anche perché coloro che sono sbarcati prima del 5 aprile sono stati già tutti sistemati in strutture idonee, mentre quelli giunti in Italia dopo quella data vengono automaticamente rimpatriati perché privi del permesso di soggiorno”.

“Diversa è la situazione dei richiedenti asilo – chiarisce l’assessore Santucci -, che sono libici in fuga dalla guerra. Di loro nella Tuscia non ne arriverà neanche uno, né a Tarquinia, né sul lago di Bolsena né altrove: il Viterbese non può accoglierli perché sul territorio non esistono strutture adatte ad ospitarli per anni. Se mai in futuro qualcuno risponderà al bando della Regione Lazio faremo le opportune valutazioni, ma ora queste situazioni di disponibilità all’accoglienza non ci sono. Non siamo in grado ad oggi di fornire questo tipo di servizio, perciò non posso che smentire categoricamente notizie relative a 800 arrivi sul lago di Bolsena e a case confiscate a privati cittadini per accogliere rifugiati libici a Tarquinia. Nella Tuscia non sorgeranno mai tendopoli, né campi come quelli di Manduria: le tende montate a Tarquinia che tanto hanno allarmato qualcuno non sono che un’esercitazione militare”.

“La Provincia di Viterbo, insieme alla Regione Lazio e alla Prefettura di Viterbo, ha cercato di dare un’informazione quanto più chiara, trasparente e corretta possibile – riprende l’assessore alla Protezione civile -, trovando grande collaborazione e sensibilità nelle amministrazioni comunali interessate, e colgo questa occasione per ringraziare il commissario Tarricone che ha colto subito l’importanza della sinergia istituzionale. Sono solo questi tre enti, Regione, Provincia e Prefettura, ad avere le informazioni corrette in merito agli arrivi.

Altri soggetti che dicono di possederle non raccontano la verità e improvvisano. Chi annuncia imminenti arrivi di massa dice cose false, e sinceramente sono molto preoccupato per i messaggi allarmistici che stanno circolando in questi giorni. Parlare di 800 immigrati sul lago di Bolsena a ridosso dell’avvio della stagione estiva significa mettere in ginocchio senza motivo il comparto turistico della zona, perché si prospetta alla gente una situazione insostenibile che non corrisponde però al vero – conclude -. Lo stesso vale quando si diffondono indiscrezioni, false, sulla possibilità di requisire case private per accogliere gli immigrati. Mi appello quindi al senso di responsabilità di tutti, invitando a smetterla di fare danni”.


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