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L'assessore all'Agricoltura Birindelli sul problema delle castagne in tutto il Lazio
Cinipide, solo la lotta biologica può vincere
Viterbo - 12 maggio 2011 - ore 20,00


L'assessore all'Agricoltura Angela Birindelli
- Il primo avvistamento in provincia di Viterbo del Cinipide del castagno, una vespa originaria della Cina in grado di compromettere lo sviluppo vegetativo delle piante, avvenne al 2005.

Ma il suo approdo in Italia, in particolare in Piemonte, risale almeno a 5 anni prima. A veicolarlo erano stati alcuni cultivar infestati giunti nei vivai italiani da chissà dove. Ad indurre alcuni agricoltori a mettere a dimora le specie non autoctone furono il rapido accrescimento delle piantine importate e il calibro maggiore, fino al doppio, delle castagne prodotte, anche se praticamente insapori.

Un equivoco, quest'ultimo, dovuto al fatto che, ancora oggi, uno dei criteri di formazione del prezzo al produttore è costituito dal cosiddetto calibro: meno castagne servono per arrivare a un chilo e più valgono. A dispetto del fatto che i frutti di medio taglio sono più saporiti e hanno migliori qualità organolettiche.

Negli anni successivi, il Cinipide, anche a causa della sottovalutazione del fenomeno, si è diffuso in tutto il Lazio e poi sempre piu' a sud fino alla Sicilia. Praticamente ha infestato tutta l'Europa occidentale. In precedenza aveva 'conquistato' il Giappone, gli Stati Uniti, il Canada e altre regioni. Alcune sono riuscite a ridurlo in limiti accettabili, in altre, come il Lazio, la battaglia è appena iniziata.

"Ormai è assodato - spiega l'assessore all'Agricoltura della Regione Lazio Angela Birindelli - che contro il Cinipide non è possibile alcuna lotta che non sia quella biologica, condotta attraverso l'inserimento nei nostri territori del Torymus, un insetto antagonista che, in altre realtà, come ad esempio in Piemonte, è riuscito a ridurre l'infestazione fino a ripristinare un equilibrio biologico favorevole alle piante.

L'uso, peraltro vietato, di fitofarmaci o altre sostanze chimiche - sottolinea, oltre a non avere alcuna efficacia contro la vespa cinese, danneggia l'ambiente, inquina le falde idriche e uccide altri antagonisti autoctoni del Cinipide, che pur ci sono anche alle nostre latitudini".

Ad avviso dell'assessore Birindelli, quindi, "la lotta biologica con il Torymus non ha alternative, sia perché si è già rivelata efficace, sia perché concilia la difesa della castanicoltura con la salvaguardia dell'ambiente".

Ora il Lazio deve produrre in proprio una quantità di Torymus sufficiente a contrastare la vespa cinese. "Nei prossimi due anni - aggiunge l'assessore - grazie al centro di produzione e moltiplicazione allestito a Caprarola, dovremmo avere a disposizione circa 1000 coppie, che lanceremo in tutti i castagneti del Lazio.

Nel frattempo verificheremo i risultati ottenuti con i lanci già effettuati grazie agli insetti che ci sono stati forniti da professor Alberto Alma dell'Università di Torino, uno dei massimi esperti al mondo in materia Inoltre - sottolinea -. abbiamo già chiesto al ministero per le Attività agricole e forestali l'apertura di un secondo centro di produzione e moltiplicazione del Torymus con fondi propri.

Infine - conclude - continueremo a collaborare con il professor Bruno Paparatti, del Dipartimento di produzione delle piante dell'Università della Tuscia, con cui abbiamo sottoscritto importanti convenzioni per la ricerca sul Cinipide".


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