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Viterbo - Domani, 17 maggio alle 16 un sit-in a piazza del Comune
Pretendiamo il tempo pieno
Viterbo - 16 maggio 2011 - ore 16,30


- Per il prossimo anno scolastico 2011-2012 nella scuola primaria della Provincia di Viterbo non ci saranno più classi prime a tempo pieno (40 ore).

È per questo motivo che martedi 17 maggio alle ore 16 a Viterbo molti genitori organizzeranno un sit-in in piazza del Comune e si incontreranno con l’assessore competente.

C’è una domanda a cui l’assessore dovrebbe rispondere, a nostro modesto parere. Per quale ragione la Sovrintendenza scolastica regionale e/o il ministero hanno scelto proprio la provincia di Viterbo (e quella di Rieti) per tale provvedimento?

Forse perché sperano in una protesta più debole, su un territorio già di per sé indebolito da anni di tagli e ridimensionamenti? O forse perché quella viterbese è una società “provinciale”, ancora in qualche modo “patriarcale”, dove la famiglia (i nonni, le donne senza lavoro...) può sopperire ad alcuni servizi essenziali quali l’assistenza dei bambini?

O forse, più verosimilmente, perché sono presenti iniziative private (cooperative esterne, scuole private…) che, magari, si vorrebbe incoraggiare e incrementare? Le ipotesi possono moltiplicarsi: è comunque un diritto dei cittadini conoscerle.

La verità è che si intende continuare a smontare pezzo per pezzo la Scuola pubblica statale a favore della scuola privata, parificata o meno che sia. E a questo scopo non si esita a strumentalizzare con cinismo le esigenze concrete e reali di quei genitori che lavorano: d’altra parte, se ti taglio il tempo pieno, sei costretto a pagare qualche privato perché tuo figlio continui ad andare a scuola mentre sei a lavoro. Un’alternativa che suona come un ricatto.

E non convincono neanche le soluzioni che alcuni insegnanti stanno in extrema ratio approntando per venire incontro alle famiglie (ore più corte, volontariato, convenzioni con personale esterno, o altro...): per quanto animate da buona volontà, si tratta di iniziative tendenzialmente assistenzialistiche, che tradiscono le essenziali finalità della Scuola, quelle indicate nelle nostre leggi e nella nostra Costituzione.

Sia chiaro: il tempo pieno non è né un “parcheggio” né un semplice “doposcuola”, ma nasce come istituzione formativa ideale per garantire a tutti i bambini e le bambine uguali opportunità di crescita e quella mobilità sociale che dovrebbe caratterizzare una società democratica.

È in questa prospettiva che, per loro stessa affermazione, i genitori martedi 16 scenderanno in piazza.

E a questa iniziativa sono invitati a partecipare anche gli insegnanti e tutto il personale scolastico: non soltanto per difendere il proprio posto di lavoro, ma anche per dare maggiore forza ad un’idea di scuola che li veda realmente protagonisti (e non nelle vesti di semplici pedine di giochi manovrati dall’alto): una scuola pubblica, per parafrasare don Milani, non deve essere una scuola di classe.

La scuola è, come l’aria e l’acqua, un bene comune essenziale; ma che bene comune è se dobbiamo pagarcelo? E che bene comune è, se solo alcuni possono permettersi di “scegliere” una scuola privata?

Ci auguriamo che martedì siano in tanti a protestare. Puntare in alto non esclude che si possano accettare dei provvisori compromessi: ma è auspicabile che questo avvenga secondo procedure trasparenti, e in modo democratico e il più possibile condiviso.

Michela Ciprini
Partito della Rifondazione Comunista - Circolo di Viterbo


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