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Tarquinia - Interviene il consigliere dell'Università Agraria Gambetti
Ici, lettere di pagamento in ritardo
Viterbo - 1 maggio 2011 - ore 18,30


Riceviamo e pubblichiamo - Intempestiva rispetto agli scorsi anni, l’avvio della lettera di pagamento del canone concessiorio a maggior ragione aggravata dell’aumentato per l’onere di refusione dell’Ici, che l’amministrazione Antonelli, ha spedito ai concessionari delle quote terriere, che ha generato un diffuso malumore tra gli stessi, che si sono visti arrivare a pochi giorni dalla data di scadenza della prima rata, il pagamento della rispettiva quota.

Al riguardo, nella giornata di ieri infatti, ho depositato un’interrogazione, che oltre ad entrare nel merito tecnico della congruità dell’aggravio sul concessionario dell’onere Ici, vuole evidenziare, l’evidente errore di valutazione nel merito alla tempistica, con cui l’amministrazione Antonelli ha chiesto agli stessi concessionari il pagamento della quota maggiorata, con aumenti che vanno dai 60 ai 100 euro circa, a quota.

Una problematica, quella dell’onere di refusione dell’Ici, delicata e annosa, ma certamente non imprevedibile, che andava gestita certamente in modo diverso, cercando prima di tutto di avvisare in tempo, comunicando prima dell’atto di godimento della quota, il potenziale-concessionario, che per l’anno 2011, sarebbe stato programmato un aumento, così che, al momento dell’atto, lo stesso, potesse decidere di accettare la quota oppure rinunziarvi.

Di contro invece, i concessionari così facendo, sono stati messi davanti al fatto compiuto. Un modus operandi, non certamente privo di ingiustizie, come invece sbandierato dagli stessi assessori Bonelli ed Agate, che ha generato e sta generando, non pochi problemi e un diffuso malumore tra gli stessi concessionari.

Il risultato, le tante reazioni dei concessionari, a tale comportamento, tra cui, tanti stanno pensando addirittura di lasciare la quota, e se ciò accadesse, per l’ente sarebbe una mancata entrata, e non solo per la quota parte dell’Ici, ma per l’intero valore che il canone concessorio rappresenterebbe per l’ente stesso.

Concludo dicendo che questo mio intervento nasce non dall’idea di generare polemica, ma di porre all’attenzione dell’amministrazione, come tali questioni debbano essere gestiste nel miglior modo possibile nel tentativo di mantenere sempre ottimo, di certo di evitare malumori ed attriti, il rapporto tra l’ente e il cittadino-utente.

Alessio Gambetti
Consigliere Popolo della Libertà all’Università Agraria di Tarquinia


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