- Ferento, un gallinaio sporco abbandonato e per di più chiuso a chi volesse tentare l'impresa di visitarlo.
Era uno dei gioielli antichi di Viterbo. A due passi dalla città, immerso nel verde e facile da raggiungere per viterbesi e turisti.
Eppure è rimasto del tutto abbandonato.
Le gradinate sono invase dall'erbaccia in più punti, così come la zona riservata al palco.
Ma c'è di più. A decorare l'antico teatro e le tombe adiacenti c'è un abbondante strato di escrementi di piccione.
Come se ancora non bastasse, poi, una recinzione di fili di ferro, proprio a mo' gallinaio, chiude l'accesso a chi, magari anche per sbaglio, volesse andare a visitare quello che un tempo era un gioiello di architettura.
La parietaria assedia ogni scalino e il rischio più grande è che spacchi le pietre provocando danni ancor maggiori alla struttura.
Stesso problema per gli escrementi che stanno creando degli strati alti qualche centrimentro che corrodono e infestano l'anfiteatro.
La recinzione, debole e poco curata, è stata rotta e sfondata in almeno tre punti. Un atto che può sembrare vandalico ma, per spezzare una lancia a favore di chi l'ha compiuto, un atto che è quasi dovuto dal momento che rompere la recinzione pare sia l'unico modo per provare a visitare Ferento.
Non mancano, infine, splendidi sacchi di immondizia, scopettoni abbandonati e sporcizia varia, che completano la decorazione del teatro, delle tombe e di quella che una volta, tanto tempo fa, era la casa del custode.
Di chi sia la competenza o la responsabilità del posto, che si tratti del Comune, della Provincia, o di qualunque altro ente, è chiaro che un intervento appare quanto mai necessario.
Ci sono città in Italia e all'estero che i monumenti se li inventano se non li hanno, oppure tengono quelli che ci sono come vere perle da ammirare e proteggere.
Un capolavoro di storia e architettura del genere, lasciato allo sbaraglio e, al massimo, riesumato per qualche settimana all'anno per ospitare gli spettacoli estivi, è un vero e proprio spreco e un "insulto" a una città che dice di voler puntare sul turismo.
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