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Civita Castellana - Il servizio si sposta dall'ospedale alla palestra
Percorso riabilitativo per anziani più confortevole
Viterbo - 3 maggio 2011 - ore 11,45


Marina Cerimele, direttore sanitario della Ausl di Viterbo
- Dall’ambulatorio ospedaliero a un luogo più confortevole e familiare.

È questo il percorso che intende tracciare il progetto pilota della Ausl di Viterbo, tramite il servizio delle professioni tecnico sanitarie, della prevenzione, della riabilitazione e dell’assistenza sociale (SPTSReAS) e l’area della riabilitazione coordinata da Sandro Zucchi, per tutti gli anziani del comune di Civita Castellana interessati da patologie croniche che necessitano di un intervento riabilitativo.

L’iniziativa è partita ieri, due maggio, e prevede per gli anziani interessati una risposta riabilitativa adeguata alle loro esigenze, erogata non più presso gli ambulatori dell’ospedale Andosilla, ma all’interno di una palestra messa a disposizione dell’amministrazione comunale di Civita Castellana che, in collaborazione con l’associazione Atamo, ha anche partecipato al progetto finanziando l’attività erogata dai fisioterapisti della Ausl.

Il progetto pilota si articola in più fasi: dalla valutazione specialistica del paziente all’inserimento in un gruppo riabilitativo, fino alla verifica dei risultati. Ogni percorso riabilitativo prevede la costituzione di piccoli gruppi condotti dai fisioterapisti messi a disposizione dall’azienda sanitaria locale.

La risposta assistenziale realizzata a Civita Castellana, innovativa per questo genere di patologie e per questo target di pazienti, si propone di raggiungere diversi obiettivi, dalla riduzione delle liste d’attesa per la fisioterapia ambulatoriale al miglioramento della condizione di salute degli utenti sulla base delle scale di valutazione riabilitative.

“Ma l’aspetto più significativo di questa operazione – commenta il direttore sanitario della Ausl di Viterbo, Marina Cerimele - riguarda, senza dubbio, il miglioramento della qualità della vita di cui potranno beneficiare le persone anziane coinvolte dall’intervento, anche nell’ottica di una più efficace e appropriata integrazione socio sanitaria.

La loro condizione di pazienti cronici, infatti, non rende necessario l’ingresso in una struttura ospedaliera, mentre il poter usufruire di un servizio riabilitativo, qualificato e professionale, in un ambiente per loro accogliente contribuirà a rendere il percorso assistenziale più confortevole e naturale”.


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