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Mafia - Il pentito Giovanni Brusca addita l'ex ministro come l'uomo cui Riina consegnò il "papello"
L'ex ministro Mancino "committente finale"
Viterbo - 3 maggio 2011 - ore 12,30


Giovanni Brusca
Francesco Tagliavia
- Mafia, Brusca: "C'era un papello".

Tra le stragi di Capaci e via D'Amelio, Totò Riina inviò all'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino il famoso papello. Il foglio contenente tutte le richieste di Cosa Nostra allo Stato, in cambio della fine del bagno di sangue.

Lo ha confermato Giovanni Brusca, uno degli esecutori dell'attentato a Giovanni Falcone, oggi collaboratore di giustizia.

Brusca è stato ascoltato questa mattina in aula, al processo a carico di Francesco Tagliavia, per le stragi di Capaci e via D'Amelio. Gli attentati del '92 in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

"Riina - ha aggiunto Brusca - non mi ha spiegato come il papello era stato fatto avere a Mancino. Mi disse solo che il ministro era il committente finale". Una dichiarazione che contrasta con quanto raccontato da Mancino.

Ascoltato in udienza a febbraio, l'ex ministro avrebbe detto di non essere mai stato a conoscenza di una trattativa Stato-mafia.

Il collaboratore di giustizia ha anche detto che Riina era esitante, di fronte alla possibilità di avvalersi di intermediari, nella trattativa. "Mi disse - ha affermato Brusca - che si erano presentati Dell'Utri e Ciancimino che gli volevano portare la Lega e qualche altro soggetto politico, ma lui prese questa notizia con indifferenza".

Brusca, capoclan a San Giuseppe Jato, finì in manette il 20 maggio 1996. E' stato condannato sia per la strage di Capaci che per l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino.

L'accusa, per Tagliavia, è invece quella di aver organizzato le stragi di mafia del 1993.


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