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Viterbo - Martinelli (Spi-Cgil) per lo sciopero del 6 maggio
Anche i pensionati scendono in piazza
Viterbo - 4 maggio 2011 - ore 13,45


Giovanbattista Martinelli
Riceviamo e pubblichiamo - La mobilitazione dei pensionati, che dura ormai da due anni, continua e il 6 maggio, giorno dello sciopero indetto dalla Cgil, saranno a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori perché non possiamo accettare le scelte di questo governo che penalizzano i giovani, le donne, i lavoratori e tutti i pensionati.

Correva l’anno 2007 quando Cgil, Cisl e Uil raggiunsero un’intesa con il governo Prodi su welfare e pensioni.

In quell’intesa c’era una conquista importante: l’istituzione per una parte dei pensionati della quattordicesima mensilità.

Lo Spi ha dato un giudizio positivo di quell’intesa, ma ha anche insistito affinché il confronto continuasse su almeno tre questioni.

1) L’estensione della quattordicesima a chi ne era escluso.

2) La revisione del metodo di calcolo per la perequazione annuale delle pensioni, al fine di tutelare, valorizzare e aumentare il reddito da pensione. (Tutelare perché il modello di calcolo non garantisce più la difesa del potere di acquisto delle pensioni. Valorizzare perché il reddito da pensione è frutto di forti sacrifici di uomini e donne anziani che hanno lavorato una vita per una vecchiaia in sicurezza e dignitosa. Aumentare perché la crisi ha travolto le fasce più esposte e più fragili provocando l’aumento della povertà e delle disuguaglianze. Perché prezzi e tariffe pesano sul reddito. Perché le tasse aumentano e il sistema fiscale penalizza moltissime persone che sono in pensione).

3) Sostenere il fondo nazionale per la non autosufficienza per tre milioni di persone, non solo anziane, che hanno bisogno di un sistema socioassistenziale degno di un paese civile.

Il governo Prodi aveva accettato le nostre proposte istituendo un tavolo negoziale presso il ministero del Welfare affinché si potessero concordare soluzioni positive sulle tre richieste che il sindacato dei pensionati aveva avanzato.

Il governo Prodi nel 2008 è stato sostituito dal governo di destra guidato da Silvio Berlusconi. Tra i primi atti che questo ha compiuto c’è stato l’azzeramento degli impegni del governo precedente. Niente più tavolo negoziale sulle richieste del sindacato pensionati.

Si è inventato la caritatevole e umiliante social card, ha cancellato le risorse per il fondo sulla non autosufficienza, ha tagliato risorse a Regioni e Comuni mettendo in estrema difficoltà la contrattazione sociale territoriale, la qualità dei servizi sociosanitari e i livelli essenziali di assistenza.

Non contento, Berlusconi ha concordato con la Lega di Bossi un federalismo che non aiuterà a mantenere in tutto il territorio nazionale un sistema di welfare basato su uguaglianza e diritti sociali.

Lo Spi Cgil non può accettare le scelte di questo governo, perché non aiutano il paese a uscire dalla crisi, non aiutano i giovani ad avere un presente e un futuro per la loro vita, non aiutano i lavoratori e le lavoratrici a difendere il proprio posto di lavoro. Non possiamo accettare queste scelte soprattutto perché penalizzano milioni di persone che vivono con una pensione povera.

Lo Spi Cgil non si è rassegnato e non si rassegna. Siamo indignati e pretendiamo risposte adeguate alle nostre richieste. Sono più di due anni che ci mobilitiamo, che non stiamo fermi, che lottiamo e denunciamo la vergogna delle scelte di questo governo. Le pensionate e i pensionati non possono più ricorrere allo sciopero vero e proprio perché non più lavoratori.

Ma non ci arrendiamo, continuiamo, anche in questa fase della nostra vita, a lottare al fianco della Cgil e delle sue categorie degli attivi. Anche per queste ragioni abbiamo sostenuto la decisione dello sciopero generale del 6 maggio, perché le rivendicazioni che stanno alla base di questo sciopero riguardano tutti, nessuno escluso. La difesa dello stato sociale non interessa solo lo Spi, ma l’intera Cgil.

Parliamo infatti di redditi, sistema fiscale, evasione, necessità di tassare i grandi patrimoni e le grandi rendite. I temi della crescita e dell’occupazione a partire dai giovani e dal loro diritto ad avere un futuro sono fondamentali anche per le pensionate e i pensionati, perché si tratta dei nostri figli e dei nostri nipoti, perché senza crescita la crisi distrugge i diritti e sancisce un modello di società ove chi ha bisogno è senza risposte e chi è ricco viene premiato.

È l’insieme dei lavoratori e dei pensionati che deve lottare superando eventuali momenti di rassegnazione provocati da un clima che sembra voler consegnare a Berlusconi il potere di fare e disfare.

Cambiare si può, cambiare è possibile. Tra le tante nostre buone ragioni c’è quella di difendere il nostro paese da una china di degrado morale senza precedenti, a causa di comportamenti inqualificabili di chi ci governa.

Lo Spi il 6 maggio farà il suo sciopero generale accanto ai lavoratori, alle lavoratrici, ai giovani, agli studenti e sarà ovunque accanto alla sua Cgil.

Giovanbattista Martinelli
Il segretario generale Spi – Cgil


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