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Viterbo - Lettere - Scrive Marco Biritognolo
Ferento rischia di essere distrutta dall'incuria
Viterbo - 4 maggio 2011 - ore 17,00


Riceviamo e pubblichiamo - Benché politicamente distante dalle posizioni di Andrea Scaramuccia, non posso non condividere con lui l'indignazione nei confronti dell'incuria in versa il sito archeologico di Ferento.

Lasciata all’incuria e al degrado Ferento, rischia di essere distrutta per la seconda volta nella sua storia lunga più di duemila anni.

Le foto testimoniano con evidenza la situazione di estrema fragilità del sito, e ripropongono con evidente allarme, la questione della tutela e conservazione del nostro patrimonio artistico e archeologico.
All’imperativo di conservazione – “categorico come l’imperativo morale”– corrisponde da anni la sistematica riduzione dei finanziamenti al settore della cultura.

L'Italia detiene il 52% dei beni culturali mondiali e destina solo lo 0,2% del PIL alle politiche culturali

Nazioni ben meno fornite dell’Italia, in termini di Beni culturali, incrementano il turismo valorizzando appunto ogni piccola chiesa, ogni roccaforte e ogni piccolo museo. Nessun Paese ha le potenzialità di cui dispone l’Italia nel campo dei Beni Culturali.

Per tutelare questo immenso patrimonio occorrerebbe fare un passo in avanti ed entrare nell'ottica che tale patrimonio rappresenta innanzi tutto un valore con una funzione sociale e formativa, prima ancora che semplici beni economici, la cui manutenzione non viene fatta perché non sono beni immediatamente spendibili.

Insomma, ha ragione Salvatore Settis, storico dell'arte, quando dice che “il patrimonio culturale dovrebbe essere l'elemento portante della società italiana” e ancora “quella in favore del nostro patrimonio culturale non è una battaglia né di destra né di sinistra (almeno non di questa destra né di questa sinistra): è una battaglia di civiltà”.

Freschi di celebrazioni per i centocinquat’anni dell’Unità d’Italia, non farebbe male ripensare alla nostra secolare tradizione culturale, giuridica e istituzionale: l’Italia, prima di ogni altro Paese al mondo, ha avuto coscienza del profondo legame che intercorre tra la propria storia culturale e la propria identità civica.

Una storia lunga e coerente che ha trovato la sua massima affermazione in uno dei Principi Fondamentali della nostra Costituzione, l’art.9: “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione”.

È auspicabile quindi che vengano rimesse al centro dell’attenzione tutte le emergenze dei beni culturali, tra cui Ferento, promuovendo delle iniziative (anche di semplice volontariato) che abbiano la convinzione, moralmente e giuridicamente fondata, che l’ambiente, il paesaggio, il territorio sono un bene comune sul quale tutti abbiamo, individualmente e collettivamente, non solo un passivo diritto di fruizione ma un attivo diritto-dovere di protezione e di difesa.

Marco Biritognolo
ferentano di origine


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