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Viterbo - Lettere - Scrive Chiara Martiri
Che fine farà il teatro dell'Unione?
Viterbo - 5 maggio 2011 - ore 1,00


Il teatro dell'Unione
Riceviamo e pubblichiamo - Egregio direttore,

sono una cittadina della Tuscia con una grande passione per il teatro e vorrei approfittare cortesemente del vostro prezioso giornale per chiedere lumi circa la situazione del Teatro dell'Unione di Viterbo. Spero quindi che gli amministratori del Comune e in particolare il nuovo assessore alla Cultura, del quale leggo spesso interventi sulle pagine di Tusciaweb, possano rispondermi o per lo meno interessarsi al problema.

Il motivo per cui scrivo è che purtroppo, almeno finora, non ho trovato molte informazioni rilasciate dalle autorità sul futuro del bellissimo teatro di Piazza Giuseppe Verdi.

So che adesso, dopo l'ultima, breve stagione di prosa, sarà chiuso per un lungo periodo per una profonda ristrutturazione che dovrebbe restituirci la struttura in tutto il suo splendore. Però ricordo che anche in passato ci sono stati lunghi mesi di chiusura, quindi mi piacerebbe chiedere al Comune le seguenti cose: quanto dureranno i restauri del teatro, e soprattutto quando inizieranno i lavori?

Con quali soldi saranno finanziati? Interesseranno tutto l'edificio, compresi i locali della Scuola musicale Comunale? Come sarà salvaguardata la grande qualità dell'acustica che ha reso l'Unione un vanto in tutta Italia (purtroppo esistono teatri molto celebri che dopo i lavori di ristrutturazione sono stati seriamente danneggiati nell'acustica)?

Chiedo questo perché negli ultimi anni l'unico rifacimento visibile è stata la tinteggiatura della facciata. Passando nel vicolo accanto e osservando dalla Cassia la parte posteriore del teatro, si nota chiaramente che l'Unione non se la passa bene.

Poi, vorrei invitare il Comune di Viterbo a pensare seriamente a una programmazione degna di tale nome per valorizzare al meglio il Teatro dell'Unione anche una volta finiti i lavori, non solo con stagioni "mordi e fuggi" come negli ultimi anni o con spettacoli estemporanei (che tra l'altro vengono resi noti alla cittadinanza solo pochissimi giorni prima).

Frequento abitualmente le platee di teatri molto belli di cittadine vicine a Viterbo, come Orvieto e Civitavecchia, dove ci sono stagioni ben organizzate e funzionanti da diversi anni.

In particolare al Mancinelli di Orvieto vengono predisposte anche delle iniziative extra-teatrali, come visite guidate al teatro quando non è occupato da spettacoli o addirittura la possibilità di ospitarvi dei matrimoni civili, senza dimenticare che il Teatro dell'Unione non ha nemmeno un sito internet o un ufficio relazioni esterne a cui chiedere informazioni.

Pensate quanto sarebbe bello per i turisti dare loro la possibilità di visitare internamente un teatro ottocentesco tra i più belli d'Italia, e quanto sarebbe più comodo per uno spettatore che abita fuori Viterbo informarsi sugli spettacoli dell'Unione e magari acquistare i biglietti on line. Purtroppo devo constatare che tante altre città offrono delle possibilità che a Viterbo restano sempre e soltanto parole, parole, parole.

Avere un teatro ben curato, vivo tutti gli anni per buona parte dell'anno, aperto alla città e ai visitatori sarebbe il fiore all'occhiello della nostra città. Una città che però non ne vuole sapere di modernizzarsi, a quanto vedo.

Porgo distinti saluti confidando in un interessamento alle problematiche da me sollevate.
 
Chiara Martiri


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