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Caprarola - Stamattina la presentazione con l'assessore Birindelli e il consigliere Battistoni
Aperto primo centro moltiplicazione Torymus del Lazio
Viterbo - 5 maggio 2011 - ore 16,30


Un'immagine del Torymus
- “Aperto il primo Centro di moltiplicazione e allevamento del Torymus sinensi del Lazio nell’azienda sperimentale Arsial di Caprarola, per rendere autosufficiente la Regione Lazio riguardo al reperimento dell’antagonista naturale del cinipide del castagno”. Lo annuncia l’assessore alle Politiche Agricole della Regione Lazio, Angela Birindelli, durante la conferenza stampa sul settore castanicolo regionale che si è tenuta questa mattina all’Enoteca Regionale Palatium.

Il Centro di moltiplicazione e allevamento di Caprarola ha la finalità di rendere il Lazio autosufficiente circa il reperimento del Torymus da introdurre nei castagneti regionali per contrastare la diffusione del cinipide galligeno, il parassita di origine orientale che causa danni alle piante di castagno compromettendone la produzione.

Per rendere operativa l’azienda sperimentale Arsial di Caprarola sono state impiantate oltre 150 nuove piante di castagno e introdotte 110 coppie di Torymus, allestito un laboratorio di moltiplicazione con 120 incubatrici nelle quali tra dicembre 2011 e marzo 2012 verranno inserite circa 10 mila ‘galle’. Una procedura che si prevede darà vita nel giro di 2 anni ad oltre 1000 coppie di Torymus. Un numero destinato a crescere nei successivi anni di allevamento.

“Con questo progetto – aggiunge Birindelli – prosegue e si intensifica l’azione di lotta biologica avviata dalla Regione Lazio per difendere i nostri castagni dal cinipide, la vespa cinese, apparsa per la prima volta nella provincia di Viterbo nel 2005 e, nel giro di pochissimo tempo, allargatasi a tutto il territorio regionale.

La risposta per contrastare l’insetto arriva dallo specifico progetto sperimentale triennale di controllo del cinipide sul quale la Regione Lazio ha investito oltre 300 mila euro per tre anni basato sull’introduzione dell’antagonista naturale Torymus sinensi in tutte le aree castanicole che nel Lazio sono la coltura prevalente su circa 6000 ha di superficie e producono mediamente oltre 82 mila quintali di castagne per un valore medio di 13,5 milioni di euro”.

“Arsial – sottolinea Erder Mazzocchi, Commissario straordinario dell’Agenzia - è coinvolta direttamente nel progetto di tutela della filiera della castanicoltura, che per la regione rappresenta un patrimonio importante in tutte le cinque province, attraverso il ruolo che avrà il centro di moltiplicazione del Torymus nella nostra azienda sperimentale di Caprarola. Vogliamo supportare gli intendimenti dell’Assessorato in tema di programma alla lotta biologica, per tentare di mettere un freno all'infestazione da Cinipide del castagno che sta producendo danni enormi alla produzione del territorio, ai redditi delle aziende, all'ambiente, allo stile di vita dei cittadini del Lazio.

E’ un impegno concreto che abbiamo preso con i produttori perché siamo convinti che il rilancio dell’economia agricola della nostra regione, che tanto sta a cuore alla Giunta Polverini, debba partire da un comparto sano e vitale e azioni come questa aiutano a salvaguardarne il benessere”.

La lotta biologica, al momento, rappresenta l’unico strumento a disposizione dei castanicoltori per contrastare la diffusione del Cinipide. Tutti i tentativi di lotta chimica intrapresi sull’onda dell’emergenza cinipide sono andati a creare ulteriori danni risultando ininfluenti sul controllo del cinipide e causando forti turbative ambientali con la limitazione di altri insetti potenzialmente utili al controllo biologico del cinipide.

Il progetto di lotta biologica, avviato su richiesta dei produttori dopo anni di latitanza istituzionale, ha già visto il lancio del Torymus a Pescorocchiano, Bassiano, Segni, Palestrina, Bassano Romano e Caprarola. Aree strategiche cacuminali per coprire, in maniera sperimentale, tutte le province del Lazio. Dopo un primo periodo di ambientamento del Torymus, sarà verificata la sopravvivenza, la diffusione e la capacità di contenere il cinipide nei castagni presenti nelle zone coinvolte nella sperimentazione e, se la risposta sarà positiva, saranno introdotte ulteriori coppie di Torymus in tutte le altre zone castanicole del Lazio colpite dal cinipide.

La lotta biologica, oltre essere l’unica strada percorribile, offre l’opportunità di salvaguardare la salute degli operatori che non dovranno più fare trattamenti chimici alle piante e garantire ai consumatori un prodotto salubre, tipico e di qualità cosi come riconosciuto nel Lazio dalla DOP Castagna di Vallerano e dall’iscrizione di 8 prodotti nell’elenco dei Tradizionali: Marrone Antrodocano, Marrone dei Monti Cimini, Marrone di Arcinazzo Romano, Marrone di Cave, Marrone di Latera, Marrone Segnino, Castagna di Terelle, Castagna rossa del Cicolano.

Il settore va considerato nel suo insieme, non solo per la produzione della castagna, che rappresenta senz’altro un’eccellenza per il nostra regione, ma anche per la funzione non produttiva svolta dai boschi di castagno, uno dei fattori di successo del turismo montano e del turismo legato alla natura e di tutela del territorio. Il castagno è un patrimonio da tutelale mediante un presidio ed una manutenzione del territorio vigile e costante.

“Attraverso il rilancio dell’agricoltura e della castanicoltura – conclude l’assessore – è possibile valorizzare e rafforzare le economie di certi comprensori montani che basano la loro sussistenza proprio sulla coltura del castagno. È importante, quindi, risolvere le criticità legate alla coltivazione di questa specie in modo da potenziare questa importante realtà produttiva regionale. Le foreste di castagno sono, inoltre, il principale caposaldo per la sicurezza del territorio nei confronti di eventi atmosferici eccezionali”.

“L’apertura di questo centro ci permetterà di proseguire nella ricerca e di renderci autosufficienti per quanto concerne l’allevamento dell’insetto antagonista. In questa lotta – continua - occorre agire sinergicamente con le istituzioni, le associazioni castanicole, il mondo della ricerca, le organizzazioni di categoria e i produttori per arginare la malattia e, allo stesso tempo, creare le condizioni ottimali per favorire la diffusione del Torymus.

Avendo avuto modo di parlare più volte con gli agricoltori – sottolinea Battistoni – so della loro preoccupazione e sono a conoscenza delle perdite economiche subite dal settore; così come siamo consapevoli dei tempi che occorrono alla ricerca.

Ma la strada intrapresa è quella giusta e il centro sperimentale Arsial rappresenta un’ulteriore azione volta a sostenere il comparto in questo momento di forte difficoltà”. Presso l’azienda sperimentale sono state introdotte 110 coppie di Torymus, piantate ulteriori 150 piante di castagno rispetto a quelle preesistenti e allestito un laboratorio con 120 incubatrici per l’allevamento dell’insetto.

Le stime parlano di arrivare a mille coppie di Torymus nel giro di due anni. “Rimango convinto – conclude - che solo attraverso il supporto scientifico, l’incontro delle esperienze e una stretta collaborazione si possano raggiungere utili risultati”.


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