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Corchiano - Il sindaco Battisti interviene sulla questione dei dipendenti della Mondial tufo
Tutela dei lavoratori rispettando la legalità
Viterbo - 7 maggio 2011 - ore 15,30


Alcune immagini della conferenza di Bengasi Battisti, sindaco di Corchiano
- "Tuteliamo i lavoratori, nel rispetto della legalità".

Così il sindaco di Corchiano, Bengasi Battisti, cerca di porre fine alla lunga polemica che, da alcuni mesi, ruota intorno alla vicenda della cava gestita dalla Mondial tufo in località Poggio Mentuccia.

Irregolarità nell'iter autorizzativo dell'attività di estrazione - spiega il sindaco - hanno portato all'autotutela, cioè alla chiusura della cava. In tutto questo, alcuni dei dipendenti della ditta hanno perso il posto. “Il destino dei lavoratori ci sta a cuore – afferma Battisti -. Siamo pronti a discutere la questione intorno a un tavolo con le istituzioni e le parti coinvolte.

Ma non dobbiamo fare confusioni. Una cosa sono i dipendenti, un'altra gli iter burocratici. Nel senso che non possiamo colmare irregolarità per evitare la tragedia che alcune famiglie perdano i lavoro. Tutto deve essere fatto rispettando la legalità”.

La vicenda fa riferimento a due cave in località Pantalone a Corchiano. La prima in località Capoccione che è stata chiuse perché fisiologicamente esaurita come piano di coltivazione e numero di proroghe concesse secondo la normativa vigente. E poi quella a Poggio Mentuccia, di fronte alla prima, sulla quale ruota il dibattito.

“Nel settembre 2010 – racconta il sindaco Battisti – c'è stata un'ispezione della polizia mineraria della Regione Lazio che, dopo un sopralluogo, ha acquisito la documentazione relativa all'attività. Dall'esame è emerso che l'Inerservice, società che inizialmente gestiva la cava, era autorizzata solo ad estrarre pozzolana.

Negli atti acquisiti della Regione Lazio – continua – si legge che il 22 aprile 2006, il Comune avrebbe concesso una proroga di cinque anni alle attività di estrazione della Mondial tufo che dal 2003 era subentrata alla Inerservice”. Ma qui viene l'anomalia. “Per la prima volta dal 1995, sulla presunta autorizzazione rinvenuta in atti, priva di protocollo, e presumibilmente rilasciata alla Mondial tufo, accanto a pozzolana, appare anche la dicitura tufo. Una parola inesistente, invece, nelle versioni del documento, che si sono susseguite dal 1995”.

E' così che Battisti decide di intervenire per fare luce sulla questione. “Di fronte a questa anomalia – spiega – ho scritto all'allora responsabile Pasqualini per avere dei chiarimenti. L'architetto mi ha risposto che la firma, seppur simile non era la sua. Inoltre, l'atto riportava la data di un giorno prefestivo in cui l'architetto non era in Comune e aveva le prove per dimostrarlo. Dal disconoscimento della firma si evince una prima grave ipotesi di reato.

Il documento, poi, non risultava nella pratica di ampliamento della commissione regionale Cave e non viene mai richiamato sia sulla procedura di applicabilità della valutazione di impatto ambientale sia sul verbale di accesso agli atti alla commissione Via.

Comunque, nell'ottobre del 2007 – continua Battisti – la direzione regionale delle attività produttive rilascia l'autorizzazione di ampliamento della cava a Poggio Mentuccia a tufo e pozzolana. Non si comprende come sia stato possibile trattare e considerare come ampliamento nella procedura Via e in quella della commissione regionale cave (Crc), mancando sempre il presupposto iniziale di autorizzazione originaria per l'estrazione di tufo. Anche perché gli atti visionati da Crc e Via fanno sempre riferimento al documento del 1995.

Il 31 luglio del 2008 sulla base della documentazione della Regione e della presunta autorizzazione del 22 aprile del 2006, il nuovo responsabile del Comune di Corchiano, l'architetto Tombesi, autorizza l'ampliamento e ne invia una copia alla Regione”.

Quando si accorge dell'accaduto, l'architetto avvia le procedure del caso. “Il 24 marzo 2011 comunica alla Mondial tufo che è stato avviato un processo di autotutela per verificare le condizioni per l'annullamento dell'ampliamento che era stato rilasciato”.

La vicenda si è conclusa con l'emissione del provvedimento di annullamento. “Il 4 maggio la cava è stata chiusa per due motivi: mancava l'autorizzazione originaria per l'estrazione di tufo e il responsabile che aveva sottoscritto il presunto atto non riconosceva la sua firma”.

Dopo essere stata avvisata, la Mondial tufo ha avuto, dunque, un mese per provvedere ai suoi dipendenti in caso di chiusura. "Ma perché alzare il polverone solo ora?", si chiede Battisti.

“Qualche tempo fa, l'assessore Paolo Bianchini – ricorda il sindaco – che si è fatto fotografare nei pressi della cava, a bordo di quella voragine larga 40mila metri e profonda 15. Con lui, però, non c'erano i lavoratori. Alle sue spalle c'era solo quell'immensa ferita”.

Per Battisti è giusto intervenire e lui è pronto a farlo anche subito. Ma a delle condizioni. “Una comunità – dichiara Battisti – ha tra i suoi beni la legalità, che se manca spezza i legami tra i diversi componenti che ne fanno parte. Quando ci si accorge che le norme non sono rispettate o ci sono degli errori burocratici, i governi locali hanno l'obbligo di riportare tutto nella norma.

Anche in questo caso, bisogna valutare diversi aspetti. Prima di tutto che le attività in questione non siano una minaccia per la salute, dato che le falde acquifere di quella zona sono l'unica fonte per le famiglie che ci vivono e le imprese che ci lavorano. Inoltre non devono compromettere le altre economie su cui si investe, come per esempio l'agricoltura”.

Infine una precisazione. “Non ci risulta siano quaranta i dipendenti coinvolti dal licenziamento – precisa -, ma qui non stiamo trattando una questione di numeri. Sono coinvolte famiglie e persone che non hanno più il posto di lavoro. Siamo disposti a discutere. Ci metteremo intorno a un tavolo, ma – avverte – dobbiamo separare le due questioni: un conto sono i dipendenti, un altro le irregolarità burocratiche sull'iter autorizzativo.

Chiedo ai sindacati e alle istituzioni di avviare questa discussione per individuare presto le soluzioni più adeguate per il destino di queste famiglie che ci stanno a cuore”.


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