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Il tribunale di Viterbo
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- Inchiesta Cev, la parola alle difese.
Tornano in aula i 38 imputati della vicenda Cev. La maxi-inchiesta della procura di Viterbo che ha coinvolto dirigenti, imprenditori ed ex amministratori della città dei Papi.
Dopo la lunga requisitoria dei pm Paola Conti e Franco Pacifici, che hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti, la parola passa alla difesa, che cercherà di scardinare l'impianto accusatorio della procura.
La tesi dei magistrati è che esistesse una specie di "struttura parallela", costituita dalle 38 persone finite sotto inchiesta, che, attraverso la scelta dei soci privati del Cev, affidavano illecitamente gli appalti per i servizi pubblici, senza gare e violando le norme nazionali e comunitarie.
L'indagine partì nel 2007 e portò a galla i debiti fuori bilancio del Comune, derivati dal pagamento di spese straordinarie al Cev.
Nel registro degli indagati, con l'accusa di abuso d'ufficio e annotazione di fatture per operazioni inesistenti, finirono, tra gli altri, l'ex sindaco di Viterbo Giancarlo Gabbianelli, il city manager Armando Balducci e l'allora presidente del Cev Attilio Moretti. Ai tre e ad altri 15 imputati, è contestata anche l'accusa di associazione a delinquere.
Sul loro rinvio a giudizio il gup Francesco Rigato potrebbe anche pronunciarsi oggi, a meno che non sia necessaria un'ulteriore udienza per completare le arringhe dei legali.
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