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Viterbo - Il ricordo di Stefano Troncarelli, segretario del Prc
Peppino Impastato, un esempio da seguire
Viterbo - 9 maggio 2011 - ore 20,20


Peppino Impastato
Riceviamo e pubblichiamo - Il 9 maggio del 1978 moriva ucciso dalla mafia e dai poteri forti Peppino Impastato: un comunista che fino alla morte non ha mai tradito la volontà di opporsi al potere che domina ancora oggi la sua terra.

Con forza la sua figura deve essere ricordata oggi, quando il tracollo della sinistra di governo ha cancellato certezze nei lavoratori , punti di riferimento e volontà di opporsi.

''Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore, ma la tua vita adesso puoi cambiare...'' dicevano i Modena City Ramblers,nella canzone ''I Cento Passi'' a lui dedicata e queste parole a oltre trent'anni dalla tragica morte di Peppino, ci pongono davanti a delle tristi ma doverose necessarie riflessione sul ruolo della mafia oggi.

La mafia è un sistema che ben si adatta a qualsiasi tipo di contesto sociale, ora entrando nelle istituzioni come in un sistema statalista, ora condizionando la libera circolazione delle merci in un sistema liberale.

Andando ad analizzare i rapporti fra potere mafioso e potere politico dobbiamo constatare alcune differenze di fondo fra come sono strutturati ora questi rapporti e com'era strutturati circa un trentennio fa.

Nel 1978 la mafia utilizzava i grandi partiti di potere, prima la Dc e poi il PSI, per far subentrare al loro interno i suoi esponenti. Ai giorni d'oggi la situazione è radicalmente diversa e il potere mafioso tende a porsi come un potere parallelo a quello statale.

La mafia tende ad assorbire i poteri stessi dello Stato,in Sicilia la mafia è lo Stato e lo Stato per governare ha bisogno del consenso della mafia. Questa subordinazione dello Stato alla mafia è accompagnata da gravissime conseguenze socio-culturali.

Si è fatta largo l'idea che bisogna convivere con la mafia e non combatterla, che bisogna utilizzarla, trarne gli utili, perchè in fondo non è così cattiva, ma mai contrastarla.

E’ in questo contesto che gente come Marcello Dell'Utri e Salvatore Cuffaro si sono potuti ricandidare nelle rispettive liste del Pdl e dell'UDC.

In questo contesto un criminale come Vittorio Mangano definito da Paolo Borsellino il collegamento fra l'imprenditoria milanese e la mafia siciliana (nelle indagini è stato imputato anche l'attuale premier Silvio Berlusconi) diventa un eroe.

E’ in questo contesto che il potere di pochi intoccabili mette sotto i piedi la dignità di molti.

La mafia si combatte parlando alla coscienza delle persone, si combatte con il coraggio di chi vuole vivere la propia vita mostrando il pugno chiuso a un fucile puntato contro.

''Ma la tua vita adesso puoi cambiare, solo se sei disposto a camminare, da queste parole ora noi dobbiamo ripartire,dobbiamo ricominciare a lottare con le stesse idee e lo stesso coraggio di Peppino.”

Dobbiamo ripartire con una sinistra di opposizione che non tradisca gli interessi dei lavoratori per riprenderci gli spazi che ci hanno tolto tutti quelli che si sono svenduti nella logica di governo agli interessi dei poteri forti.

Stefano Troncarelli
Segretario Prc Viterbo


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