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Processo Gradoli - I legali dell'imputato rispondono all'avvocato di parte civile Luigi Sini
"Esposito sarebbe stato un folle a salvare quei messaggi"
Viterbo - 14 marzo 2011 - ore 13,45


Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli
L'avvocato di Esposito Enrico Valentini
Esposito con l'avvocato Mario Rosati
L'avvocato di parte civile di Elena Nekifor, Luigi Sini
Riceviamo e pubblichiamo - Caro Luigi,

abbiamo percepito nelle tue parole un certo nervosismo e un cambio di atteggiamento.  

Abbiamo notato, infatti, che anche tu hai risposto alle vicende processuali tramite stampa, cosa che fino a oggi avevi rimproverato essere una prerogativa della difesa di Paolo Esposito.

Sapevi pure che ti avremmo risposto, anche perché le accuse velatamente a noi rivolte di non aver fatto le indagini difensive erano sostanzialmente una provocazione che sollecita una risposta.

Se vuoi questo ti accontentiamo. Poi, però, non venirci a rimproverare per atteggiamenti che non ti piacciono.

Infatti non abbiamo rilasciato a nessun organo di stampa interviste, né esternazioni su quanto ha detto Esposito e ciò che è apparso sui giornali è stato il frutto dell’audizione che gli stessi giornalisti hanno percepito, anche se a te non piace.

Per il fatto del presunto spionaggio da parte di Tatiana a Paolo non credi che sarebbe stato folle salvare i messaggi su di un cd nel quale si ammetteva una relazione con la cognata? Poi un telefono può contenere centinaia di messaggi giornalieri?

Ci sembra proprio di vedere Esposito intento a bloccare i suoi dialoghi con Ala per andare a salvare questi sms per metterli in un dischetto che poteva essere usato contro di lui nel periodo pieno della lite!

Poi perché risulta solo poche volte il numero di Ala ma sempre quello di Paolo?

Ti consigliamo caldamente di leggere quelle istruzioni sullo spyphone per verificare come è proprio quel sistema che fa in modo che tutti i messaggi arrivino con il numero del telefono intercettato.

La Sim portava il nome di Tatiana Ceoban quale reale utilizzatore – questo è innegabile - e indicare il capitano Ciervo, ufficiale dei carabinieri  responsabile delle indagini (che ha detto che le foto dell’11 giugno non erano di quel giorno e che non ha saputo dare una spiegazione sul ritrovamento  della cartellina gialla) quale chiarificatore della questione, provoca quantomeno il sorriso da parte nostra.

Inoltre che interesse avrebbe avuto Paolo a intestarlo a Tatiana se non quello assurdo di farsi scoprire?!

Ti stimiamo troppo come avvocato per credere che tu possa aver consegnato un supporto informatico affidatoti da una tua assistita senza conpscerne il contenuto e stimiamo in egual misura la Procura per pensare che il 9 giugno, pur avendo in mano in cd, non ne abbia sentito l'esigenza di conoscere il suo contenuto. O ci sbagliamo?

Quanto alle favolette, come le hai definite, raccontate dall’Esposito per infangare la memoria di Tatiana ci preme sottolineare due cose:

- la prima, è che non ci siamo mai permessi di apostrofare con lo stesso aggettivo i racconti della tua assistita, la Nekifor, e ne avremmo avuto motivo;

- la seconda, è che la memoria di qualcuno si infanga solo quando c’è la certezza che la stessa sia morta, cosa che ci sembra non sia stata ancora provata.

Un’ultima annotazione va fatta sui rapporti con l’ambasciata moldava.

Ti sei mai chiesto perché alla Nekifor gli organi consolari danno tutta la documentazione di cui necessita e noi non riusciamo nemmeno a sapere chi può venire in udienza per spiegare alcune cose?

I legali di Esposito
Enrico Valentini
Mario Rosati


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