Viterbo 30 gennaio 2005 - ore 0,10 - Questa è la seconda caduta di stile di Panunzi. Patrizia Rosselli (Rc), stigmatizza così la notizia secondo cui il candidato diessino avrebbe raccolto oltre 4 mila firme per la propria candidatura.
La prima caduta di stile Panunzi - insiste la Rosselli - lha avuta con la nomina unilaterale di un vicepresidente: Trapè. Mostrando in questo modo la sua volontà antiunitaria. Io penso che una cosa del genere dovesse essere decisa insieme dalla coalizione e non da una sola parte. In ogni caso, se dovesse vincere, chiederemo sulla questione un confronto.
Durissima la Rosselli, che fa parte della commissione di garanzia per le primarie, anche sulla questione delle firme.
Mi sembra un fatto gravissimo. Panunzi si sta comportando come un piccolo furbastro. Non sa rispettare le regole unitarie che ci siamo dati. Questo fa sospettare che non sia affidabile neppure come presidente. Una questione di furbizia e arroganza, questa. Daltra parte la classe non è acqua e Panunzi la classe non ce lha.
E poi aggiunge: Sono amareggiata e a questo punto se dobbiamo dire la verità, va detto che lunico candidato che si presentato con il programma, come previsto dal regolamento, è stato Filippi. Per gli altri la commissione di garanzia ha dovuto derogare. E rinviare tutto a lunedì. Per Panunzi poi a tempo scaduto non era stata neppure presentata laccettazione di candidatura. Anche in quel caso abbiamo fatto una eccezione. Laccettazione è arrivata dopo la chiusura dei termini.
Sulla questione specifica delle firme spiega la Rosselli: Come commissione ci siamo dati la regola di accettare solo 600 firma e non di più, proprio per mantenere uno spirito unitario. Per altro sono certa che sia Zezza che Filippi hanno raccolto molte firme in più rispetto alle 600 da noi accettate.
Insomma la Rosselli non manda giù il fatto che Panunzi, o chi per lui, abbia fatto trapelare il dato delle firme.
Ma va detto che non cera nessuna gara a chi portava più firme. Logica voleva che una volta superate le sette -ottocento firme un candidato si poteva fermare. Con bene trecento firme di sicurezza.
In ogni caso ora arriva il bello, perché, ora, si tratta di contarsi: facendo votare i cittadini. E in realtà non significa proprio nulla quante firme ciascun candidato abbia portato, si sa che per tradizione si firma anche se non si è dello stesso partito pur di far presentare una lista o un candidato. Questo è un fatto di democrazia.